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| Ho ascoltato FeIn ormai un numero di volte equiparabile a quello degli altri (relativamente, s'intende). E' ad oggi il mio ascolto preferito della band. Passano i decenni ma per me rimangono un punto di riferimento che va al di là del semplice gusto o della fruizione musicale. I Tool, naturalmente, mi fanno qualcosa dentro. Credo che giudicarlo all'interno della loro discografia abbia abbastanza senso in quanto si è voluto, io in primis in passato, voler affibbiare loro un processo evolutivo (progressivo) che non hanno mai avuto. Le composizioni nel loro stile "munch" si sono stratificate, si sono arricchite, ma non hanno mai variato la dieta. Il lavoro sui tempi e sugli arrangiamenti anche in quest'ultimo episodio è straordinario e, credo nessuno, sarebbe in grado di comporre cose così, pur rimanendo invariabilmente Tool. Da un punto di vista storico che siano arrivati al #1 billboard è semplicemente senza senso ma è anche evidente che la portata storica di quest'album non può essere quella di 20 anni fa. I testi rimangono di una attualità imbarazzante ma è abbastanza tipico in quanto Maynard risulta molto astratto nei riferimenti. C'è un po' di maniera, ci sono delle soluzioni ampiamente già utilizzate, alcuni deja-vu non si evitano, ma ho anche apprezzato moltissimo il lavoro di sottrazione di Adam e di Maynard, che hanno tolto pesantezza a tutta la struttura. 7empest è un manifesto. Ce n'è almeno uno in ogni album. Non farò discorsi del tipo: sono invecchiato, non fruisco più la musica alla stessa maniera etc etc. E' un grandissimo album rock fatto da una band rock come non ce ne sono. Tuttavia se i Tool non sono la priorità nemmeno per loro stessi, perché dovrebbero esserlo per me. Questo è cambiato.
In canna un altro lo potrebbero anche avere, aggiungo.
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