NEUROPRISON

Tool, news e discussione generale

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view post Posted on 27/8/2019, 13:35

Too lazy to be scared

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Dopo vari riascolti, confermo tutte le mie opinioni a caldo, incluso il disappunto per Invincible, che dopo una prima parte ruscita diventa un pastrocchio. Pneuma continua a sembrarmi noiosa e derivativa, mentre Descending e Culling rimangono quelle che mi hanno colpito di più.
La cosa positiva è che, al contrario di 10.000, il giudizio col tempo sembra destinato a migliorare.

CITAZIONE (Edvard1 @ 26/8/2019, 16:40) 
Tutto sommato ci sono spunti di novità nel sound di questo disco, mentre temevo in solo riciclo di vecchie idee come la title-track faceva pensare. Vabbè tra non molto lo ascolterò con più attenzione e poi vedremo.

Sul discorso novità mi ritrovo fino a un certo punto.
Mi dilungo senza troppe remore, la cosa positiva di scrivere in un posto in cui scriviamo sostanzialmente in due è che alla fin fine puoi fare quel cazzo che ti pare :D

Nel 2006 l'attesa del nuovo Tool era sì spasmodica, ma era temperata da una sorta di sensazione come di equilibrio e ordine: 5 anni dopo Lateralus, così come Lateralus è uscito 5 anni dopo Aenima. Maynard ha da esorcizzare il recente lutto e quindi non sorprende che 10.000 abbia una dimensione più "personale" rispetto al coriaceo predecessore, il sorprendente successo degli APC si fa sentire anche nel songwriting del disco, che propone almeno un paio di canzoni con sonorità e dinamiche non troppo distanti dal gruppo di Maynardo e Howerdel.
Quando appare, anticipato dalla terremotante Vicarious, 10.000 è esattamente quello che ci si aspettava. Everything in its right place.
Reazione iniziale: entusiasmo. Tutto carico a mille, i suoni che sembrano volere venir fuori a spallate dalle casse, Maynardo che urla, strilla, ora ossianico ora selvaggio ora ancora malinconico. La batteria pesta che è un piacere, il basso pulsa psichedelico, Adam ruggisce.
Poi però lo risenti una mattina di qualche tempo dopo e ti accorgi che qualcosa non quadra. C'è molto di artificioso, a partire dalle celebrate Wings. Mi sono sempre chiesto che cosa non mi convinca di quella canzone, e credo di averlo capito soltanto dopo avere perso mio padre dopo una lunga malattia: Maynard non è partecipe.
Lo ripeto, lo urlo per dargli la giusta rilevanza: MAYNARD NON E' PARTECIPE
La prospettiva che adotta non è quella di un uomo scosso dal lutto, non è neanche quella di chi grida al cielo il suo dolore: è quella di un azzeccagarbugli che chiede rispettosamente che nell'aldilà il suo cliente, sua madre, ottenga un trattamento di favore, che si meriterebbe due ali per quanto ha sofferto. Forse addirittura è sollevato, Maynardo, che la madre non soffra più e che lui, di riflesso, non debba più sentirsi in colpa per passare il tempo a cazzeggiare sui palchi coi suoi amichetti.
In quella mattina, ti rendi conto che le due Wings non riescono ad essere quello che intendevano essere, il cuore pulsante del disco e forse della carriera tutta dei Tool. Parole e musica non si fondono, risultano artificiosi i tentativi di enfatizzare le une con l'altra, sembrano stare su piani separati.
Il gelo di Lateralus è più caldo delle Wings e di qualsiasi altra cosa ci sia dentro 10.000 days.
Anche perchè, è questo è evidente a tutti, in nessun'altra canzone dei diecimila giorni i Tool "vanno sul personale", proponendo il solito repertorio esoterico, blandamente politico/culturale e qualche escursione ironica.
Quella mattina di scopri a pensare: caruccio 10.000 days, ora però metto su qualcosa che mi piace veramente.

Siamo nel 2019.
Gli schemi sono saltati, è passata una vita dall'ultimo disco, potrebbe succedere di tutto.
Beh, come dire?, non è che succeda granchè, almeno dal mio punto di vista odierno.
Molto è maniera di altissimo livello, qualcosa è persino emozionante, ma reali novità?
Maynardo canta meno e con meno veemenza, vero. Aumentano gli spazi per incursioni strumentali ariose e vagamente seventies, che si accostano alle classiche divagazioni ossessive e "circolari" del gruppo.
Ma a parte questo?
Pensaimoci, i Tool erano attesissimi e avrebbero venduto miliardi di copie pure se avessero fatto un album country. Quale migliore spinta per osare? Rumorismo, ambient, jazz, black metal, polka: potevano fare quello che volevano, una libertà inebriante.
E invece?
Un disco che suona Tool, però sommessamente. E a 13 anni dall'ultimo disco.
Segno di maturità? Possibile. Constatazione che non sono più gli alfieri che salveranno il rock in questo squallido millennio? Possibile anche questo.
 
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view post Posted on 30/8/2019, 15:53

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Sto per ascoltarlo nella versione con i 3 intermezzi, sigaro e testi alla mano come ai vecchi tempi
 
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view post Posted on 30/8/2019, 18:11

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CITAZIONE (Vortex Surfer @ 30/8/2019, 16:53) 
Sto per ascoltarlo nella versione con i 3 intermezzi, sigaro e testi alla mano come ai vecchi tempi

:D

Gli intermezzi non sono male, chiaro non è che aggiungano granchè al resto del disco.
Cmq Tempest pur continuando a sapermi di pezzo molto improvvisato è sicuramente una delle migliori del disco, per lo meno aggiunge urgenza ad una tracklist piuttosto votata al lato più intimista della band.
La title-track inserita nel contesto ci sta ma rimane a mio parere nettamente il pezzo meno convincente, mentre dispiace che Invincible dopo una prima parte ottima si perda un pò per strada nella seconda, poteva essere un pezzo al livello di Descending, a mio parere la vera perla del disco.

Ad ogni modo si sente che sono pezzi a cui ha lavorato una band un pò distratta da varie cose successe in questi anni e decisamente disgiunta da Maynard, nonchè permettetemi un pò vecchia.
Se su queste ossature di pezzi ci avessero lavorato su dei Tool più coesi e giovani sarebbe uscito un grande disco, cosa che invece questo Fear Inoculum non è di certo. E' un buon disco sicuramente, mi fa piacere che sia uscito, direi anche che è più consistente lungo la sua durata di 10000 Days, questo però senza averne i picchi a mio parere.
 
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view post Posted on 30/8/2019, 18:22

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Vado col songxsong.

01. Fear Inoculum: col tempo l'ho rivalutata. Astratta e avvolgente, propone uno dei ritornelli più convincenti del disco ("Exhale...") e sarebbe un gran bel pezzo non fosse per la debole parte finale ("Exorcise the spectacle...") con tempi dispari d'ordinanza.
02. Pneuma: Accrocchio di clichè toolliani sfregiato da un testo new age quasi imbarazzante. L'interludio stumentale che parte intorno al settimo minuto è la parte migliore della canzone, ma purtroppo a un certo punto ritornano il gretto riff spezzato di Adam e la perplessa voce di Maynardo.
03. Litanie contre la Peur: intermezzo inutile, non è il primo della carriera dei Tool, e neanche l'ultimo.
04. Invincible: qua il rammarico è bello grosso, dato che il bel testo autobiografico si adatta perfettamente al robusto tappeto sonoro creato dal gruppo. Chissà a chi è venuto in mente di sfregiare quanto costruito fino a quel momento con una parentesi kraftwerkiana ("Tears in my eyes...") che prelude a un finale che appare come un corpo estraneo e superfluo?
05. Legion Inoculant: non solo inutile, ma fastidiosa, soprattutto in relazione a quello che arriva dopo.
06. Descending: al contrario rispetto a quanto lascerebbe trasparire il titolo, questa composizione va in crescendo. E' una gran bella canzone fino a quando in primo piano c'è la voce di Maynardo (che offre una delle sue interpretazioni più convincenti, oltre che un altro bel testo biografico), ma diventa abbagliante quando è il resto del gruppo a prendere il comando delle operazioni. La parte strumentale dà i brividi e traspone musicalmente John Carpenter nel terzo millennio, trasformando questa "caduta" nel gioiello più brillante del disco.
07. Culling Voices: rinfrescante episodio che ci ricorda che non è detto che i Tool ci abbiano sempre guadagnato da quando hanno scelto di abbandonare la semplicità in favore di ritmi cervellotici e metriche sghembe. Diretta ed evocativa, non possiede la magia delle migliori composizioni del quartetto ma è da annoverare tra le cose migliori del disco.
08. Chocolate chip trip: al di là del non eccelso valore intrinseco, questa strumentale mi ha fatto ridacchiare tra me e me al pensiero "Ma se questa cosa l'avesse scritta qualcun altro (tipo Reznor, giusto per dire) taluni (tipo Daemon Cleaner Inc, giusto per dire) come l'avrebbe giudicata?" :D Ipotizzo: avrebbe iniziato a sputare veleno utilizzando frasi tipo "ridicolo!" o "è proprio bollito!". Immagino che visto che invece proviene da un album dei Tool, il suddetto ipotetico individuo si sperticherà in lodi. Comunque, per essere chiari, mediocrità di pressochè nullo interesse.
09. 7empest: specularmente alla titletrack, questa mi è scesa in maniera clamorosa. Non so se è successo anche agli altri ascoltatori, ma in un primo tempo mi ha colpito per la veemenza, soprattutto se rapportata alle altre composizioni del disco. Oggi concordo con la prima impressione di Ed: è confusionaria, poco centrata, una Rosetta Stone dei poveri.
10. Mockinbeat: bah.

CITAZIONE (Edvard1 @ 30/8/2019, 19:11) 
E' un buon disco sicuramente, mi fa piacere che sia uscito, direi anche che è più consistente lungo la sua durata di 10000 Days, questo però senza averne i picchi a mio parere.

Complessivamente la penso allo stesso modo. E' bello da ascoltare, da assaporare nei suoi particolari, è più coeso del precedente. Un bel disco di un grande gruppo.
 
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view post Posted on 30/8/2019, 18:43

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CITAZIONE (Vortex Surfer @ 30/8/2019, 19:22) 
Vado col songxsong.


02. Pneuma: Accrocchio di clichè toolliani sfregiato da un testo new age quasi imbarazzante. L'interludio stumentale che parte intorno al settimo minuto è la parte migliore della canzone, ma purtroppo a un certo punto ritornano il gretto riff spezzato di Adam e la perplessa voce di Maynardo.
03. Litanie contre la Peur: intermezzo inutile, non è il primo della carriera dei Tool, e neanche l'ultimo.

09. 7empest: specularmente alla titletrack, questa mi è scesa in maniera clamorosa. Non so se è successo anche agli altri ascoltatori, ma in un primo tempo mi ha colpito per la veemenza, soprattutto se rapportata alle altre composizioni del disco. Oggi concordo con la prima impressione di Ed: è confusionaria, poco centrata, una Rosetta Stone dei poveri.
10. Mockinbeat: bah.

A me Pneuma piace invece. Vero che potrebbe essere uno scarto di Lateralus ma ha un qualcosa di confortante nel suo andamento. Per quanto riguarda Tempest, come dicevo confermo le perplessità ma un pezzo con più urgenza a chiudere il disco ci voleva quindi non la riesco a bocciare, in un altro contesto il discorso sarebbe stato diverso.

CITAZIONE (Vortex Surfer @ 30/8/2019, 19:22) 
01. Fear Inoculum: col tempo l'ho rivalutata. Astratta e avvolgente, propone uno dei ritornelli più convincenti del disco ("Exhale...") e sarebbe un gran bel pezzo non fosse per la debole parte finale ("Exorcise the spectacle...") con tempi dispari d'ordinanza.

Si sono d'accordo, sarebbe stata sicuramente molto più efficace ed un miglior modo di introdurre il disco.
 
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view post Posted on 30/8/2019, 21:04

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Inevitabile... :D

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Ma che dice Michele del disco? Dai su, esponiti, dire "sto piangendo" non basta :lol:
 
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view post Posted on 30/8/2019, 21:32
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Mention This To Me

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No, sto zitto :)

Disco esagerato per me. Ma devo ancora elaborare del tutto.
 
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view post Posted on 30/8/2019, 22:00

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Va bene, anche se sei in silenzio stampa una curiosità però me la puoi togliere, visto che leggi il 3rdeye? The Patient che pensa del disco? Dice che, visto che i 4 sono professionisti e che la produzione è professionale noi poveri umani non possiamo mettere in discussione il loro operato o giudicare il disco? :D
 
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view post Posted on 30/8/2019, 23:25

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CITAZIONE (Vortex Surfer @ 30/8/2019, 23:00) 
Va bene, anche se sei in silenzio stampa una curiosità però me la puoi togliere, visto che leggi il 3rdeye? The Patient che pensa del disco? Dice che, visto che i 4 sono professionisti e che la produzione è professionale noi poveri umani non possiamo mettere in discussione il loro operato o giudicare il disco? :D

Vecchio mio, posso commentare il loro lavoro sul fatto se mi piace o no, ma non "era meglio facessero così" o simili. ;)
Io lo sto vivisezionando questo disco (traccia per traccia), ma l'ascolto intero è ancora in là da arrivare.
 
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view post Posted on 31/8/2019, 08:13

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L'ascolto integrale è un'esperienza molto diversa; poi, per quanto paradossale possa sembrare (ma mica tanto, vista la durata dei brani), si ha l'impressione di un disco coeso nonostante ogni singola traccia (quelle "vere" intendo) sembri formata da più pezzi assemblati insieme.
Per molti versi ha del miracoloso che un disco frutto di 13 anni di spunti combinati gli uni con gli altri possa dare questa sensazione di unitarietà.

CITAZIONE (Edvard1 @ 30/8/2019, 19:11) 
Ad ogni modo si sente che sono pezzi a cui ha lavorato una band un pò distratta da varie cose successe in questi anni e decisamente disgiunta da Maynard, nonchè permettetemi un pò vecchia.

Sì, danno l'impressione di essere un po' "dinosauri", però ci sta, sono più vicini ai 60 che ai 50 e anche i loro fan storici non è che siano (siamo) più così di primo pelo :D
 
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view post Posted on 31/8/2019, 15:04

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Cmq Tempest è meglio di Rosetta Stoned dai :D

Culling Voices mi è cresciuta, sicuramente la miglior performance vocale del Maynardo in assoluto su questo disco.

CITAZIONE (Vortex Surfer @ 31/8/2019, 09:13) 
L'ascolto integrale è un'esperienza molto diversa; poi, per quanto paradossale possa sembrare (ma mica tanto, vista la durata dei brani), si ha l'impressione di un disco coeso nonostante ogni singola traccia (quelle "vere" intendo) sembri formata da più pezzi assemblati insieme.
Per molti versi ha del miracoloso che un disco frutto di 13 anni di spunti combinati gli uni con gli altri possa dare questa sensazione di unitarietà.

Sottoscrivo, è probabilmente la qualità migliore del disco...per altro complice il fatto che sia composto in pratica di soli sei pezzi fila via davvero bene, forse più di qualunque altro loro lavoro.

Insomma mi piace non poco alla fine, forse più di 10000 Days visto che quel disco pur avendo un potenziale maggiore era piagato da una seconda parte decisamente più debole.

CITAZIONE (Vortex Surfer @ 31/8/2019, 09:13) 
CITAZIONE (Edvard1 @ 30/8/2019, 19:11) 
Ad ogni modo si sente che sono pezzi a cui ha lavorato una band un pò distratta da varie cose successe in questi anni e decisamente disgiunta da Maynard, nonchè permettetemi un pò vecchia.

Sì, danno l'impressione di essere un po' "dinosauri", però ci sta, sono più vicini ai 60 che ai 50 e anche i loro fan storici non è che siano (siamo) più così di primo pelo :D

Beh è vero in effetti, proprio l'essere "anzianotti" ha conferita un certo mood "confortante" al disco che difficilmente si ritrova nei dischi precedenti....direi che è questa la novità principale che porta con sè questo Fear Inoculum.
 
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view post Posted on 31/8/2019, 15:23

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CITAZIONE (Vortex Surfer @ 30/8/2019, 22:04) 
Inevitabile... :D

Video

:lol: :lol: :lol:
 
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view post Posted on 31/8/2019, 17:27

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CITAZIONE (Edvard1 @ 31/8/2019, 16:04) 
Cmq Tempest è meglio di Rosetta Stoned dai :D

Culling Voices mi è cresciuta, sicuramente la miglior performance vocale del Maynardo in assoluto su questo disco.

CITAZIONE (Vortex Surfer @ 31/8/2019, 09:13) 
L'ascolto integrale è un'esperienza molto diversa; poi, per quanto paradossale possa sembrare (ma mica tanto, vista la durata dei brani), si ha l'impressione di un disco coeso nonostante ogni singola traccia (quelle "vere" intendo) sembri formata da più pezzi assemblati insieme.
Per molti versi ha del miracoloso che un disco frutto di 13 anni di spunti combinati gli uni con gli altri possa dare questa sensazione di unitarietà.

Sottoscrivo, è probabilmente la qualità migliore del disco...per altro complice il fatto che sia composto in pratica di soli sei pezzi fila via davvero bene, forse più di qualunque altro loro lavoro.

Insomma mi piace non poco alla fine, forse più di 10000 Days visto che quel disco pur avendo un potenziale maggiore era piagato da una seconda parte decisamente più debole.

Oggi ho ascoltato 10,000 days e FI uno dopo l'altro.
Sebbene Rosetta stone per me sia superiore in tutti gl aspetti a 7empest, devo confessarti che il disco del 2006 ne è uscito massacrato. Delle Wings già sai, ma oggi anche Jambi mi è sembrata fatua, Right in 2 inascoltabile, The Pot una buffonata per animare i concerti.
Complice forse una maggiore freschezza negli ascolti, l'ultimo mi è sembrato un gioiello, pur con tutte le sue imperfezioni.

CITAZIONE (Edvard1 @ 31/8/2019, 16:04) 
CITAZIONE (Vortex Surfer @ 31/8/2019, 09:13) 
CITAZIONE (Edvard1 @ 30/8/2019, 19:11) 
Ad ogni modo si sente che sono pezzi a cui ha lavorato una band un pò distratta da varie cose successe in questi anni e decisamente disgiunta da Maynard, nonchè permettetemi un pò vecchia.

Sì, danno l'impressione di essere un po' "dinosauri", però ci sta, sono più vicini ai 60 che ai 50 e anche i loro fan storici non è che siano (siamo) più così di primo pelo :D

Beh è vero in effetti, proprio l'essere "anzianotti" ha conferita un certo mood "confortante" al disco che difficilmente si ritrova nei dischi precedenti....direi che è questa la novità principale che porta con sè questo Fear Inoculum.

"Confortante" è un termine che trovo perfetto, sono dei Tool più pacificati quelli di FI. Penso al finale di The Grudge, che sembra volerti anichilire e annientare; nessuna canzone in FI ha le medesime caratteristiche, e la più dura (7empest) se rapportata anche alle più moderate di quel capolavoro assoluto di Lateralus - lui sì che rimane inattaccabile a quasi 20 anni dall'uscita - fa quasi tenerezza.
 
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view post Posted on 1/9/2019, 15:53

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Dimenticavo...doverosa rettifica sulla produzione ora che l'ho ascoltato a ripetizione su impianto Hi-Fi con DAC a 24 Bit.

Mi piace molto, tolta la title-track che suona piuttosto piatta nel resto del disco Barresi fa un gran buon lavoro sulle dinamiche dando profondità a queste composizioni. Non siamo ai livelli di Lateralus dove in ogni caso i pezzi avevano un altro tipo di impatto ma la preferisco senza dubbio alla produzione di 10000 Days dove tutto ti veniva sparato in faccia a cannone.
 
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view post Posted on 2/9/2019, 12:32

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Alla fine, tutto considerato, un album molto bello, superiore a quanto le premesse lasciassero presagire.
Qualcosa si è irrimediabilmente persa, ma d'altro canto la versione attempata dei Tool ha aggiunto una componente malinconica, fragile e malconcia che non aveva trovato spazio nelle precedenti opere.
Ho trovato irritante Pneuma perchè rappresenta in pieno ciò che temevo di trovare nel nuovo disco: un recupero del passato alla metà della velocità e a un terzo dell'intensità, col testo imbarazzante di Maynardo che dà il colpo di grazia. Per fortuna è praticamente un unicum nell'album.
 
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