Brevissimo report altamente informale per una serata comunque decisamente interessante e un po' atipica.
La Notte dei Droni, ovvero un buon miscuglio oscuro di progetti dark/ambient, drone e postrock.
La Notte dei Droni perché arrivare alla Locanda, Vigolo Marchese, è come fare un viaggio all'inferno.
Avete presente la "locanda" de "Dal Tramonto all'Alba"? Quel postaccio dove di notte escono i vampiri, in cima al tempio azteco? Beh, sabato sera non c'erano i Tito & Tarantula a intrannere i camionisti, ma la strada tra i campi e le mulattiere del piacentino, nebbiolina acquosa, pioggia sottile, umido pungente, era consigliata ai vaccinati o agli amici di Steve O'Malley.
Ingresso a offerta libera nello scantinato della Locanda, tutt'altro che poco accogliente: banchetti di merch&records rigorosamente pittati di nero, console sul fondo, bancone alcoolici e palco altamente minimale. Impianto funzionale e performante: suoni discreti se non belli durante tutta la serata. Valore aggiunto, i visual/cortometraggi proiettati durante i live.
Ma basta chiacchierare. Qualche parola per ogni band.
Apre
AETHERE, onemanband votata al dark, ai campionatori e ai suoni filmici in stereofonia. Ambient-set compatto e in filo continuo dietro a montaggi di pellicole tedesche sottratte al macero; buone idee e tensioni psicosonore ben sfruttate, fino a un uso creativo della chitarra. Unico dubbio dell'esibizione è -per forza- la scarsità di musica veramente "suonata": quasi tutto esce dal pc/campionatore, il resto si filtra da synth. Qualche voce, purtroppo non perfettamente pervenuta causa impianto diffusore. Applausi.
A seguire
THE DROP MACHINE (da registrare la presenza alla chitarra del frontman dei Viscera), e l'oscurità lascia per un attimo spazio a cavalcate post-rock dai suoni marcilenti e americani. Come far suonare una chitarra vintage italiana dentro una 5150, e rigurgitare un crunch a basse frequenze pauroso. Intenti citazionistici non soffocano le bellissime intuizioni e la genuinità del progetto. Molta saturazione in bilico tra Pelican e altri volti noti. Sarebbe un side-p, ma la band spacca e piace. Poi se dietro si proiettano sperimentazioni cyberpunk giapponesi anni '80 (forse una delle cose più violente che abbia mai visto), non si può rimanere indifferenti.
I volumi si alzano con
DYSKINESIA, il cui iniziale savoir faire che stordisce un po' muta presto in una fascinazione decisa per le sonorità sature (a dir poco) che ingombrano il locale. Due chitarre con fuzz perennemente al limite, usate quasi solo per creare un vero wall of sound perenne e quadrato, senza dinamica, si lasciano tirare da un drumming ossessivo tipo Electric Wizard con meno bpm. Voce (Nico Vascellari versione brit?) purtroppo spesso inudibile considerati i volumi, ma l'intento è quello di aumentare il carico violento tramite urla distorte e ritardate. I più grezzi e "sperimentali" della serata, sono anche quelli che stupiscono di più. Compatti ed estremi. Drone.
CORPOPARASSITA sono tra i "grandi vecchi" dell'ambient/dark italiano. Quella sera live-set esclusivamente con campionatori. Quasi chillout dopo le scosse elettriche precedenti. La saletta si sfolla un po', e anche io ormai reggo a stento. Qualche suono e ricordo confuso, non è rimasto molto altro (purtroppo). Ah sì... una bella t-shirt a 8€.
Serata ottima con voti pieni alle band e al locale. Ancora!