NEUROPRISON

If God was one of us

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LocustStar
view post Posted on 21/12/2007, 17:44




CITAZIONE (Vortex Surfer @ 20/12/2007, 15:01)
ciò che ci circonda è ciò che ci circonda, sia che lo chiamiamo dio, mondo, bleargh (cit. :D ) - se non fosse che le religioni che lo sostengono si basano sul concetto di meditazione, si fondano sull'ascetismo: ma come, dio è nel mondo e per capirlo dobbiamo rinchiuderci in noi stessi?

Attenzione, questo è un punto focale che spesso si tende a confondere. In chiave buddhista, ad esempio (che è un pensiero derivante dalle dottrine vediche), la emditazione e l'ascetismo non hanno cme fine ultimo il raggiungimento di Dio, bensì il distacco dell'uomo dai beni materiali, dalla carnalità e dalle passioni. Non si venera nessun Dio ed il Buddha era un uomo come me o te e potenzialmente chiunque può essere il Buddha (ovvero "il Risvegliato"). È un discorso complesso che vale anche per le altre religioni o filosofie orientali. Sono "religioni" molto individualistiche che mirano al perfezionamento del singolo essere umano (e di riflesso, della comunità in cui vive), a differenza del cristianesimo (non mi sento di dire nulla nei riguardi dell'Islam, dato che è una cultura di cui ho nozioni "occidentalizzate"), che mira maggiormente al concetto di "comunità".

Sono state esposte teorie molto interessanti e su tantissimi passaggi mi trovo perfettamente d'accordo. Sono molto individualista e ritengo il mio cammino spirituale una cosa molto intima che spesso non può esseremediato attraverso le parole: sono stati d'animo, stati mentali molto profondi, non-concreti che si concretano nelle azioni che compio. Il mio "pilastro" è non far del male mai a nessuno, rispettare me stesso e gli altri e fare in modo che, da piccola formica, ogni mia azione possa propagare onde positive nei miei dintorni. Perché ogni uomo è responsabile di ciò che avviene nel nostro pianeta e ogni sua azione si ripercuote tutto intorno. Siamo unità ma la "massa" è fatta da queste unità. Posso vivere tranquillamente seza credere in Dio, ma non potrei mai vivere senza una forte colonna vertebrale fatta di princìpi ben saldi. Purtroppo noto sempre più spesso che tanti cristiani preferiscono credere in Dio e tenere da parte la morale: non vedo come potrebbero mai salvare le loro anime, se un giudizio esiste.

Anche nei confronti della morte penso che alla fine di questa esistenza terrena, la mai anima si dissolverà nell'aria. Non penserò più attraverso schemi terreni, quindi non dovrò pormi il prpblema d'essere morto. Accettare che la vita ha un inizio ed inevitabilmente avrà una fine è indispensabile per poter vivere pienamente. In tanti non riescono ad accettare questo punto e vivono con l'angoscia, affidano le loro azioni ad un fantmatico Dio ed annullano la propria forza intellettuale. La morte è l'unica cosa che realmente ci appartiene in questa vita, l'unica cosa che non potremo mai rifiutare poichè inevitabile. Prendere coscienza di questo aiuta a vivere meglio, secondo me.

Vedo l'esistenza umana come un perfetto connubio tra libero arbitrio, quindi scelte singole e consce, ed il caso, le casualità che spesso portano a salvarti in una situazione, a calare il sipario in altre. Se tutto si fondasse sul libero arbitrio no esisterebbe alcuna vita sociale, perché le libere scelte degli altri influiscono sempre sulle tue. Penso al caso e non al destino: è un caso che io sia nato qui e non in un'altra zona ben più disastrata, è un caso che non sia stato io ad ammalarmi di una grave malattia che invece ha disintegrato un mio amico di 18 anni lo scorso anno. Chi decide chi deve restare e chi no? Qual'è il criterio? Il destino? Dio? Il caso? I miei limiti mentali legati ai concetti di spazio e tempo mi impediscono di trovare tutte le risposte alle domande che mi pongo in vita. Solo quand sarò morto la mia vita avrà avuto un senso che io stesso non potrò interpretare, almeno in termini umani.
 
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view post Posted on 21/12/2007, 19:52

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CITAZIONE (LocustStar @ 21/12/2007, 17:44)
È un discorso complesso che vale anche per le altre religioni o filosofie orientali. Sono "religioni" molto individualistiche che mirano al perfezionamento del singolo essere umano (e di riflesso, della comunità in cui vive), a differenza del cristianesimo (non mi sento di dire nulla nei riguardi dell'Islam, dato che è una cultura di cui ho nozioni "occidentalizzate"), che mira maggiormente al concetto di "comunità".

Per quanto molto apprezzabili, le religioni orientali hanno questo problema di fondo: presuppongono che il miglioramento individuale porti automaticamente al miglioramento della comunità. Secondo me è un ragionamento un pò troppo teorico e poco legato alle contingenze.
Faccio un esempio: il concetto di comunità si basa sul fatto che ci sia una sorta di divisione condivisa (almeno all'inizio) del lavoro: c'è chi si occupa di agricoltura, chi di caccia, chi costruisce abitazioni, chi strumenti, etc. L'ascetismo è sì una fomra di perfezionamento individuale, ma sacrifica anche l'apporto individuale alla comunità: darsi alla vita ascetica comporta il venir meno di un contributo all'agricoltura, alla caccia, etc. Forse è perchè sono occidentalizzato fino al midollo (oddio, spero di no), ma mi spaventano le correnti (filosofiche, religiose, politiche) che si basano esclusivamente sull'individuo, quasi quanto mi spaventano quelle che l'individualità cercano di cancellarla.
 
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Anal Reichsführer
view post Posted on 22/12/2007, 13:10




QUOTE (Vortex Surfer @ 21/12/2007, 19:52)
QUOTE (LocustStar @ 21/12/2007, 17:44)
È un discorso complesso che vale anche per le altre religioni o filosofie orientali. Sono "religioni" molto individualistiche che mirano al perfezionamento del singolo essere umano (e di riflesso, della comunità in cui vive), a differenza del cristianesimo (non mi sento di dire nulla nei riguardi dell'Islam, dato che è una cultura di cui ho nozioni "occidentalizzate"), che mira maggiormente al concetto di "comunità".

Per quanto molto apprezzabili, le religioni orientali hanno questo problema di fondo: presuppongono che il miglioramento individuale porti automaticamente al miglioramento della comunità.

Ma sei sicuro che la cosa sia posta in questi termini? Io non ho mai sentito di questa implicazione, anche se forse ho letto troppo poco...
 
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LocustStar
view post Posted on 22/12/2007, 15:31




La società è fatta dai singoli, se i singoli migliorano e si perfezionano è diretta conseguenza il miglioramenteo della comuntià in cui vivono. ma va detto che una società fatta solo di asceti che meditano perennemente non può esistere. Non dobbiamo confondere i principi filosofici e le dottrine con la loro rale attuazione. Una comunità fatta solo di brahmana è totalmente irrealizzabile. E cmq si, noi occidentali difficilmente riusciamo a comprendere certi passaggi fondamentali di queste filosofie, proprio perché il nostro modo di vedere ed interpretare il mondo ci pone degli ostacoli mentali tutt'altro che irrilevanti per poter comprendere ed attuare certi "dogmi". È la struttura stessa del "mondo occidentale" che ce lo impedisce, una struttura che ha eliminato Dio già da parecchio tempo.
 
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Anal Reichsführer
view post Posted on 24/12/2007, 12:36




è cmq appena il caso do sottolineare che manco per la ceppa che sono solo le religioni orientali a parlare dell'implicazione di cui sopra,...

anzi, semmai loro sono quelle che motivano le scelte per un certo stile di vita con delle convenienze materiali, mentre altre lo fanno con leve fondate soprattutto su delle morali...

a parte il fatto che "comportati bene che ne gioviamo tutti" è un invito tuttaltro che esclusivamente religioso...

perchè, gli atei non usano questo tipo di leva?

e allora, perchè la critica sarebbe fondata solo nei confronti delle relgioni orientali?
 
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LocustStar
view post Posted on 24/12/2007, 13:39




CITAZIONE (Anal Reichsführer @ 24/12/2007, 12:36)
le religioni orientali... semmai loro sono quelle che motivano le scelte per un certo stile di vita con delle convenienze materiali, mentre altre lo fanno con leve fondate soprattutto su delle morali...

Non voglio fare il paladino di nessun credo, ma dissento. Molte delle filosofie orientali basano la loro concezione partendo dal distacco dal mondo materiale.

CITAZIONE (Anal Reichsführer @ 24/12/2007, 12:36)
a parte il fatto che "comportati bene che ne gioviamo tutti" è un invito tuttaltro che esclusivamente religioso...

Niente di più errato. Penso (ed è una cosa reale) che la società sia fatta da singole unità e se ogni unità si comporta in modo positivo per se e per gli altri, la qualità della società ne giova.

CITAZIONE (Anal Reichsführer @ 24/12/2007, 12:36)
perchè, gli atei non usano questo tipo di leva?

che tipo di leva? quella morale? Non mi risulta che una persona che non crede in Dio non debba avere per forza morale. I preti asseriscono di crederci ma hanno particolari attenzioni verso i bambini. questo mi sembra molto non-morale. Se poi non è questo che intendevi, ti prego di spiegarti meglio ;)





 
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Anal Reichsführer
view post Posted on 24/12/2007, 16:38




non hai capito molto, ma è colpa mia, ho scritto in modo confusionario...

partiamo dalla seconda: dicevo che NON SOLO le religioni vedono nel miglioramento personale una via per il miglioramento collettivo. Siccome vedo che nella replica ribadisci ciò che è citato del mio testo, credo che hai letto male, o forse io ho scritto male. Non è infatti un'esclusiva della religione (di qualsiasi religione) puntare sull'individuo per migliorare il collettivo.


La terza: si legava alla seconda (che ho appena riscritto) e appunto (al quadrato a sto punto) dicevo ciò che tu stesso dici bene.


La prima: NI. Attenzione. E' vero che dirigono verso il distacco materiale, ma è un iter... mi spiego: il fatto che bisogna tendere al distaqcco materiale non ci esime dal fare i conti con un'esistenza piuttosto materiale (ma in realtà la dicotomia materiale-immateriale è nostra, secondo me sarebbe più calzante: sottile-inerte).

Allora: tendere al distacco dalla materia si, ma questo passa attraverso un pulirsi, un vivere secondo precetti di pulizia e allegerimento, proprio finalizzati al distacco.
La convenienza di seguire precetti religiosi (che però non sono soltanto tali, nel nostro senso di intendere) può giudicarsi tale NON solo strettamente al fine di distaccarsi dalla materia, ma anche di vivere una vita materiale che si orienta verso questo fine.

Facciamo un esempio, che è più facile a farsi che dirsi.

Il mangiare in modo sattvico (cosa che si può fare anche non aderendo a nessuna religione ufficiale indiana) può essere si finalizzato al distacco dalla materia, ma pur sempre lo si fa vivendo una vita materiale, ma mangiando in questo modo si è più equilibrati e meno attaccati alla materia e agli accadimenti...


spero di essere stato spiegato.
 
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view post Posted on 24/12/2007, 17:36

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In realtà non sono solo le religioni orientali ad auspicare questo distacco dal mondo materiale. Lo stesso critianesimo si basa sul principio - che in occidente è stato introdotto da Platone, ma che probabilmente esisteva già in oriente - che il corpo è male e lo spirito è bene. E a me - ma questo è un punto di vista strettamente personale - questa divisione mi ha sempre lasciato molto perplesso.
 
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LocustStar
view post Posted on 24/12/2007, 18:15




Beh, ogni religione si fonda sulla purezza dello spirito. Il corpo invecchia, si deteriora, è il mezzo che porta ai piaceri, è ovvio che vi sia una separazione tra esso e lo spirito. Se quest ultimo fosse visibile all'occhio umano, probabilmente verrebbe inteso in altri modi, ma è una supposizione.

@Anal Reichsfuhrer: nel primo punto da te rilevato (quello sulla collettività) c'è stato un fraintendimento, non avevo ben capito a cosa ti stessi riferendo. Chiedo scusa.ù

Il discorso sulla vita materiale va preso con le molle. È ovvio che un essere umano che non ha nessun contatto col mondo materiale penso sia quasi inesistente. Non può mica vivere nudo e senza cibarsi. Il punto cardine sta nel non avere una vita che sia in funzione dei beni materiali. E mi pare che entrambi ci siamo ;)
 
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Anal Reichsführer
view post Posted on 26/12/2007, 17:16




QUOTE (Vortex Surfer @ 24/12/2007, 17:36)
In realtà non sono solo le religioni orientali ad auspicare questo distacco dal mondo materiale. Lo stesso critianesimo si basa sul principio - che in occidente è stato introdotto da Platone, ma che probabilmente esisteva già in oriente - che il corpo è male e lo spirito è bene. E a me - ma questo è un punto di vista strettamente personale - questa divisione mi ha sempre lasciato molto perplesso.

attenzione: in oriente non è proprio la stessa cosa, nel senso che MALE non è legato alla materialità e BENE non alla spiritualità... sebbene vi sia una tendenza a diventare più sottili e a staccarsi da ciò che è inerte, l'inerte viene visto comunque come un passaggio NECESSARIO.
non così nel cristianesimo in cui è reputato evitabile e da evitare, in quanto appunto MALE.
 
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view post Posted on 1/7/2008, 12:04
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CITAZIONE (Vortex Surfer @ 20/12/2007, 11:29)
In effetti, come diceva Locust, in questo forum credo che ci voglia una certa dose di coraggio per ammettere di essere credenti. :)

Ahem, si è vero. Mi sono tenuta parecchio tempo fuori da questa discussione perchè non saprei come spiegarmi e sono molto restia a farlo. Sono credente ma la mia fede è al di fuori delle consuete religioni monoteiste. Sono pagana. Credo in una Dea Madre Terra e un Dio Padre che ha connotati diversi da quelli delle grandi religioni. E questi non sono entità astratte lontane. Per me noi siamo parte integrante della divinità. Tutto fa parte di questo...
SPOILER (click to view)
Capite poi perchè è difficile per me parlarne?
 
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view post Posted on 2/7/2008, 11:10

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Invece è molto interessante.

Posso chiedere una cosa? Perchè è così importante fare parte della divinità?
Cioè, le religioni principalmente si dividono in quelle che presuppongono la possibilità - tramite un comportamento adeguato - di far parte della divinità post-mortem, e quelle che sostengono che ogni individuo fa parte della divnità già in vita. In ogni caso, rappresentano entrambi atteggiamenti piscologici (e sociali, ma questo è un altro discorso...) volti a dare un senso alle proprie azioni (soprattutto il primo tipo di religioni) e a ciò che succede nel mondo (soprattutto il secondo tipo).
Ma è così importante trovare un senso?
 
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view post Posted on 2/7/2008, 11:23
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Ti risponderò per quel poco che posso. Nel mio caso il pensare di essere parte integranti della Divinità, che tutto ne è parte ti porta a considerare in modo diverso certi aspetti della vita. Ti porta a considerare con rispetto e amore verso gli animali che considero come fratelli sulla Terra. Ti porta a considerare Madre Terra stessa in un certo modo, a non dare le cose per scontato, a non ritenersi superiori, a non sentirsi autorizzati con lo sprecare le risorse della Terra in ogni modo possibile. Ti porta al rispetto delle persone per quello che hanno da darti, come tue pari. E' una filosofia di vita e non ho l'arroganza di dire che sia migliore di tante altre. Va bene per me, ma non è detto che vada bene per qualcun altro. Il mio sistema di valori mi porta a non imporre la mia visione del mondo a nessuno. E' una cosa difficile da farsi, forse la più difficile del mondo.
Perchè è così importante avere uno scopo? Non lo so. Sto cercando di capirlo. Forse cerco semplicemente una giustificazione per cose che non possono averlo. Ammetto senza pudore la mia fragilità tipicamente umana...
 
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view post Posted on 2/7/2008, 11:46

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CITAZIONE (darkerstar @ 2/7/2008, 12:23)
Nel mio caso il pensare di essere parte integranti della Divinità, che tutto ne è parte ti porta a considerare in modo diverso certi aspetti della vita. Ti porta a considerare con rispetto e amore verso gli animali che considero come fratelli sulla Terra. Ti porta a considerare Madre Terra stessa in un certo modo, a non dare le cose per scontato, a non ritenersi superiori, a non sentirsi autorizzati con lo sprecare le risorse della Terra in ogni modo possibile. Ti porta al rispetto delle persone per quello che hanno da darti, come tue pari. E' una filosofia di vita e non ho l'arroganza di dire che sia migliore di tante altre. Va bene per me, ma non è detto che vada bene per qualcun altro. Il mio sistema di valori mi porta a non imporre la mia visione del mondo a nessuno. E' una cosa difficile da farsi, forse la più difficile del mondo.
Perchè è così importante avere uno scopo? Non lo so. Sto cercando di capirlo. Forse cerco semplicemente una giustificazione per cose che non possono averlo. Ammetto senza pudore la mia fragilità tipicamente umana...

La fragilità è ciò che ci caratterizza tutti, e penso che senza tale fragilità non avremmo alcun bisogno di divinità di nessun tipo.
Mi viene in mente una domanda idiota tipo "uovo-gallina": tu pensi che sia il tuo credo religioso a spingerti a considerare con rispetto tutto ciò che ti circonda, o è viceversa il fatto che rispetti ciò che ti circonda a farti abbracciare il tuo credo?
 
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view post Posted on 2/7/2008, 11:53
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Non è una domanda idiota. Diciamo che io da sempre ho sentito viva la voce della Natura, sentendo dentro di me i cambi di stagione. Insomma Lei mi ha sempre parlato, ho sempre creduto nel fatto che tra gli esseri umani e gli altri animali non ci fossero sostanziali differenze (a parte il tipo diverso di intelligenza). Non ho mai pensato a me e il mondo naturale come qualcosa di diviso. E' quello che sento dentro a farmi abbracciare quello in cui credo.
 
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66 replies since 19/12/2007, 13:30   1138 views
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