CITAZIONE (Deceit @ 2/4/2009, 19:25)
- VIETATI: paroloni a cazzo di cane (Ghezzi style, o polygen style), riferimenti colti a film, libri e avanguardie artistiche, troppe immagini visive, sentimentalismi, figure retoriche ecc. ecco tutto questo è la non-recensione per me
Cacchio, il mio futuro da recensore è stroncato sul nascere
Il mio atteggiamento nei confronti delle recensioni è ambiguo. Mi piace leggerle, mi piace leggerne un sacco. Ma il modo in cui mi approccio è personale: nelle recensioni trovo molte più informazioni su chi le ha scritte che sull'album in questione. Per questo non posso che quotare Bob quando scrive
CITAZIONE (bobafett @ 2/4/2009, 23:40)
la mia personale opinione è che le recensioni abbiano perso l'utilità pratica di "consigli per gli acquisti" - giacchè ognuno di noi ha la possibilità di farsi una propria opinione su un prodotto musicale praticamente in tempo reale - per divenire qualcos'altro.
innanzi tutto premetto che a me piace leggerle. primo perchè mi piace non solo ascoltare la musica (a qualche volta farla), ma anche "raccontarla", è un modo come un altro per condividerla in fondo, e poi perchè mi interessa sapere come viene "vissuta" dagli altri, conoscere i diversi punti di vista, ecco vederla con gli occhi degli altri.
La musica è la cosa più indescrivibile che esista, e l'unico modo per categorizzarla è paragonarla ad altra musica: per questo una recensione oggettiva, o specialistica, non solo mi sembra impossibile (si dovrebbe conoscere TUTTA la musica di tutti per parlare "scientificamente" di un album), ma è per certi versi sterile (cambia qualcosa conoscere la strumentazione usata in un brano? ci piacerà più o meno dipendentemente da questo?). Mi piace invece una visione "ellittica" della musica, sapere cosa richiama, che sensazioni produce: per questo paragoni con altre forme d'arte in una recensione musicale a me piacciono molto. E mi comunica anche "la persona" che c'è dietro la rece, cosa piace a lui, cosa conosce, cosa legge o vede.
Tutti ci annoiamo a leggere rece lunghe e lunghissime, ma anche quelle essenziali sono tristissime, e spesso sembrano fatte con lo stampino:
CITAZIONE
Il cd in questione è la logica continuazione di...
Il genere che propongono è la commistione tra...
Il valore complessivo dell'allbum è...
Voto...
Insomma, mi interessano le recensioni se riescono ad essere lette con piacere e a incuriosire sull'album. Usare parolone Ghezzi-style è (magari divertente, ma) inutile, perchè fa perdere di vista ciò di cui si sta parlando; ma non è tanto meglio pensare di potere descrivere a parole (poche, molte, moltissime) una musica in maniera obbiettiva e essenziale.
Ps: Scaruffi non sarà mai una guida fondamentale per il mio percorso di ascolti, ma è un "critico" nel senso più pieno che riesco a dare a questa parola: prende posizione, dichiara da subito la sua parzialità (dice addirittura che il rock non gli piace più di tanto... chissà quanto ne avrebbe scritto se gli fosse piaciuto?
) e ha un giudizio a suo modo omogeneo (nel senso che sai quali sono i criteri con cui giudica)
Edited by Vortex Surfer - 3/4/2009, 11:58