Il Mucchio non l'ho mai cagato più di tanto, anche se stimo alcune delle firme della rivista. Non avrei mai immaginato che potesse usufruire di finanziamenti pubblici, ma considerando che ne usufruiva persino Lavitola...
In ogni caso, dal V-day n poi, tendo a diffidare fortemente di tutti gli "antagonisti" che inneggiano alla rivoluzione sorseggiando un martini sulle loro costosissime poltrone; da quello che leggo, il precedente direttore Stefani può essere tranquillamente ascritto in questa categoria.
Detto questo, nottetempo delirio in solitaria e a braccio (ma non c'avranno mica avuto ragione gli amici del 3rdeye che mi accusavano di scrutare il loro sito solo a notte fonda? Un abbraccio a tutti loro, by heart).
Parto dai film, perchè è più facile, hanno una linea narrativa e ti danno un'ancora cui aggrapparsi quando ne devi parlare. Innanzitutto, leggo solo le recensioni che sono strutturate "sinossi del film+recensione"; niente sinossi, sei scartato: se non mi dici di che cazzo parla il film, cosa vuoi che me ne freghi delle sensazioni che ti ha suscitato, della tua valutazione, dei voli pindarici che ti permette di fare? Una recensione (o uno speciale) che mi colpisce aggiunge solitamente delle informazioni che mi fanno rendere conto del fatto che, per scrivere quel pezzo, il tizio in questione è andato a spulciarsi vecchi libri e riviste o, addirittura, è andato a parlare con i diretti interessati: quello che ha fatto la fortuna di una rivista come Nocturno non è tanto nella sua (spesso deprecabile politicamente e moralmente) "rivalutazione" di ciofeche del passato, quanto nelle interessantissime analisi che, a molti di noi, hanno spiegato minuziosamente quale fosse il sistema produttivo, distributivo e cinematografico dei tempi che furono, cosa veniva chiesto ad un regista, come giravano i soldi, come si reperivano attori e attrici, etc.; un'analisi seria che mi dà la sensazione di avermi realmente "arricchito", o in ogni caso rimpolpato il mio bagaglio di conoscenze.
Alle recensioni musicali quasi tutto questo è precluso: manca l'appiglio di una traccia narrativa e i retroscena relativi alla composizione ed alla produzione di un disco hanno senso solo come approfondimento se il disco in questione già di suo ti piace, altrimenti sono completamente inutili. Le recensioni brevi sono sì argute e a volte divertenti, ma al tempo stesso sono completamente inutili; quelle lunghe quasi sempre sono noiosamente poetiche e, per citare Er T,"alla Ghezzi", qundi inutili e pure fastidiose. Ma più che un discorso di dimensioni - almeno nel mondo del """"giornalismo"""" musicale non contano, forse è per questo che a noi maschietti piace tanto recensire
- il motivo per cui una recensione mi può colpire è che riesce ad incuriosirmi nei confronti di un disco nuovo o ad inquadrare un disco che ho già sentito in una prospettiva diversa dalla mia, che riesce a focalizzarsi su aspetti che avevo tralasciato, che riesce a spingermi a riascoltare il disco con più attenzione, per certi versi.
Non voglio fare un discorso di quale giornale o webzine sia meglio, perchè spesso si trovano persone valide e persone meno valide in ciascuna di loro, e altrettanto spesso ti capita di leggere schifezze prodotte anche dalle persone valide; la critica musicale è una delle più fallaci attività umane, quindi alla fine ormai non mi resta che gioire dei pochi casi in cui mi imbatto in buone recensioni e liquidare con un "eh vabbè, che ci vogliamo fare?" tutte le altre.