Se mi aveste chiesto quali sono i miei fumetti preferiti di Alan Moore qualche anno fa vi avrei risposto senza nemmeno pensarci troppo: Watchmen e V For Vendetta.
Ora come ora le mie opinioni sono cambiate, e ritengo queste due le opere migliori del solitario di Northampton:
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PROMETHEA: Qualcuno all'epoca delle prime uscite la scambiò per un'opera "didascalica", una qualche forma di indottrinamento religioso. Niente di più sbagliato: Moore e J.H. Williams III non sfruttano il medium fumetto per propagandare la Kabbalah come sistema di credenze, fanno invece uso della Kabbalah stessa nel modo più giusto, ovvero come sistema di introspezione e comprensione dell'umano, del corpo, della psiche e dell'immaginazione. Da un punto di vista tecnico portano il fumetto oltre ogni limite, guadagnando nuovi codici espressivi e livelli di informazione magico/invasivi, facendone un processo senza fine ultimo ma in costante rivoluzione psichica. Il supereroe viene trasfigurato nel simbolo della trascendenza degli umani confini, figlio ed amico di tutto quanto l'immaginazione abbia mai prodotto e di tutto ciò sul quale ha potere, la sua natura onnipotente rammenta a ciascun lettore che ha la possibilità di brillare come una stella. Non solo: il suo essere donna trasforma tutta la storia in una vera e propria penetrazione, una ricerca del graal in cui l'affondo ci trasforma e il penetratore diventa penetrato. Un'opera per tutti e per nessuno.
Poi:
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FROM HELL: Da non confondersi con l'omonimo film di merda interpretato da Johnny Scassacazzo, From Hell è forse il più "pesante" tra i fumetti scritti da Alan Moore, coadiuvato qui dal bianco&nero crudo ma delirante di Eddie Campbell (immaginate Austin Osman Spare alle prese con un giornaletto porno vittoriano da un penny).
Pesante in senso politico e umano, e non in termini di "suspence" o "mistero", in quanto un vero e proprio mistero, di quelli mediocri da romanzetto gilallo in cui tutti si chiedono "ma chi è stato?" non c'è: il colpevole ci viene presentato fin dall'inizio, ammesso che lo si possa pensare davvero come colpevole unico e solo. Gli omicidi di Jack hanno come complice un paese intero.
Gli autori compiono, infatti, una approfondita indagine olistica delle logiche del potere, non solo in termini di soddisfazione di un istinto, ma sviscerando anche i processi mentali della mente paranoica, vista come fondativa della società: la massoneria, convinta della propria fondamentale importanza di portatrice di un ideale insieme atavico e più alto dell'umanità, preserva e difende le fondamenta psicogeografiche di una Londra vittoriana fortificata sulla fine della storia. Le vittime di Jack assumono quindi la funzione di vittime sacrificali, vittime di un delitto ma anche di una vita ai margini della città, territorio in cui l'istinto di sopravvivenza e l'autorità si mostrano nudi rivelando il loro carattere di pura vigliacca sopraffazione. “Un giorno gli uomini guarderanno a me e diranno che ho battezzato il ventesimo secolo nel fuoco”, un eone costruito dall'eterna paranoia della torre, lo stato fabbrica i propri nemici per non uscirne mai sconfitto.
P.s. Se cortesemente voleste togliere quel "USA" dal titolo del thread... Così evitiamo di porci limitazioni stupide e parliamo delle molte perle che escono praticamente ovunque.