NEUROPRISON

Massimo Volume, nuovo disco 2010

« Older   Newer »
  Share  
Edvard
view post Posted on 15/10/2010, 15:02






Appena ripassano non me li perdo cazzo....fenomenali.
 
Top
kingoftheloser
view post Posted on 15/10/2010, 16:21




non deludono le aspettative discone della madonna e Emidio sempre più poeta, come se ci fosse bisogno di conferme! disco droga!

Edited by kingoftheloser - 16/10/2010, 16:52
 
Top
Edvard
view post Posted on 15/10/2010, 17:33






questa è uno dei punti più alti del disco....paura.

 
Top
Tigersuit
view post Posted on 16/10/2010, 14:06




Disco del mese su Rumore - con piccola intervista annessa - voto 9.
 
Top
Edvard
view post Posted on 16/10/2010, 14:42




CITAZIONE (Tigersuit @ 16/10/2010, 15:06)
Disco del mese su Rumore - con piccola intervista annessa - voto 9.

voto solo meritato....uno dei dischi dell'anno a mani basse.
 
Top
kingoftheloser
view post Posted on 16/10/2010, 16:43




Intervista a Emidio da Xl Blog
SPOILER (click to view)
I Massimo Volume sono nel cuore di molti, bella notizia che siete di nuovo in pista con un album in uscita il 15 ottobre. Cosa vi ha fatto ritrovare e che percorso volete intraprendere ora?
Umanamente non ci siamo mai persi. Poi, quando ci siamo ritrovati di nuovo tutti insieme in una stanza con gli strumenti in mano, la sensazione è stata quella di tornare in un posto da cui ci eravamo allontanati appena il giorno prima. Sapevamo perfettamente dove avevamo lasciato le cose, nessuno aveva portato via nulla. Detto questo bisogna dare merito alle circostanze. Non ci fosse stata la proposta del Traffic e del Museo del cinema di Torino che ci ha commissionato la rimusicazione di La caduta di casa Usher, non so se saremmo di nuovo qui. Inutile adesso fare progetti a lunga scadenza, sappiamo di poter vivere anche senza il gruppo e questo rende la nostra collaborazione più preziosa.
Il titolo dell’album, Cattive abitudini, sembra sottolineare che non siete molto cambiati o cosa?
E’ un titolo che mi piace ed è piaciuto subito anche agli altri. Cattive abitudini suona bene. Non è pretenzioso ed è sufficientemente ambiguo. Chi non ne ha di cattive abitudini? E’ una cattiva abitudine bere troppi caffè, andare a letto tardi, ma anche decidere di abbandonare tutto e rinchiudersi dentro una stanza o continuare a rimpiangere un passato svanito per sempre o mai realizzato. I personaggi che descrivo sono più o meno tutti afflitti da cattive abitudini ed è proprio questo che mi attrae di loro.
Perché registrare in presa diretta, scelta tecnica particolare nell’era del digitale in cui tutto si può fare?
Non siamo dei patiti dell’analogico, personalmente non mi rendo neanche conto della differenza tra un disco registrato su nastro e uno in digitale. Ci piaceva però l’approccio, il metodo di lavorazione. Concentrarsi sulla take complessiva piuttosto che sui singoli strumenti, accettare le imperfezioni in nome dell’espressività, avere un numero limitato di possibilità tecniche. L’analogico impone dei limiti, e ce ne siamo serviti. Come ha fatto in passato Sergio Leone: non ci sono abbastanza comparse per riprendere la scena di una battaglia? Bene, trasformiamo la battaglia in un duello. Del resto, quasi sempre la conquista di uno stile parte dalla consapevolezza e dal controllo più che dal superamento dei propri limiti.
Il linguaggio poetico e la tua voce sono la cifra stilistica dei Massimo Volume, sei stato uno tra i primi in Italia a fare reading musicali, la poesia e la musica ti hanno rubato di nuovo alla letteratura?
Momentaneamente è così. Ho un libro di racconti lasciato a metà che vorrei finire prima o poi. Ma in questo momento non ho sufficiente spazio mentale per occuparmene. C’è la promozione del disco, le prove del live, la tournée. Arriverà il momento in cui l’attenzione su di noi comincerà a scemare e potrò richiudermi in casa e rimettermi a scrivere. Mi sta bene, anche se ogni volta che mi allontano dalla scrittura ho l’orribile sensazione di dover ricominciare tutto da capo, di aver perso quel poco che sapevo fare. Per non dire dell’angoscia del tempo che passa, della mia lentezza nel terminare un libro. Ho letto un’intervista a Ottavia Piccolo in cui diceva che a volte la vita le appare come una prova generale, non può capacitarsi del fatto che non ci sia un’altra chance: anch’io la penso così.
Un album potente, onirico-ipnotico, evocativo dal tono solenne e suoni psichedelici: lo consideri un atto di fedeltà al passato o un’evoluzione? c’è un nuovo chitarrista nel gruppo, Stefano Pilla, come ha influenzato il lavoro?
Stefano è stato molto bravo a inserirsi nel nostro ingranaggio, sia a livello artistico che psicologico. E’ un musicista eclettico, creativo. Ha portato una ventata di freschezza di cui avevamo bisogno. Ma la nostra poetica, il nostro stile, quello non abbiamo mai pensato di accantonarlo, non avrebbe avuto senso. Prima di cominciare a lavorare al disco ci siamo fatti poche domande su quale direzione prendere, abbiamo lasciato che fossero le canzoni a indicarcene una. Ma su un punto eravamo tutti d’accordo: non dovevamo buttare in mare ciò che sapevamo fare meglio, il rischio era quello di ripetersi, ma almeno su questo punto credo che abbiamo vinto la scommessa.
Ogni brano delle 12 tracce è una piccola storia e i personaggi sembrano essere stranieri nel mondo, gente che si sarebbe aspettata un’accoglienza diversa dalla vita, ed è un disco densamente popolato, dal “monotono sublime” del poeta americano Lowell a cui è dedicato il primo brano a Fausto con i suoi angeli drogati: a quali personaggi reali e situazioni ti sei ispirato? E quale canzone senti più sulla tua pelle?

Molti personaggi che descrivo nel disco è gente in carne e ossa, perché negarlo? Ma il passaggio dalla realtà alla rappresentazione li rende inevitabilmente diversi, non so quanti di loro sarebbero in grado di riconoscersi. Rispetto al passato, ma potrei anche sbagliarmi, i testi mi sembrano meno incentrati su me stesso, più ricettivi nei confronti dell’esterno. E’ anche vero che alcuni sarebbero potuti diventare dei racconti, penso a quelli più narrativi come La bellezza violata o Tra la sabbia dell’oceano, ma forse avrebbero perso qualcosa. Le canzoni hanno questo di bello: non impongono la loro visione delle cose, non sono prepotenti, lasciano che sia l’ascoltatore a riempire le zone d’ombra. E’ questo che rende più facile l’immedesimazione.
E poi i luoghi, come l’India dei tuoi primi racconti pubblicati e dove ci siamo incontrati per caso quando eri in viaggio con Manuel Agnelli, poi Bologna, New York… trovi poesia nella solitudine e dentro di te o hai bisogno dell’esterno, di movimento, dell’altrove?
Ho bisogno di movimento per trovare spunti e di solitudine per scrivere. Purtroppo non riesco a viaggiare né a isolarmi quanto vorrei e rimango allora a lottare con la quotidianità, spesso arida, faticosa, confusa, ma che all’improvviso, a saperla prendere, mostra profondità insospettabili. Il nostro monotono sublime, appunto.
In Fausto dici che “il peso del mondo è un peso d’amore troppo puro da sopportare”: in fondo tu e i MV venite dal punk, e non mi sembra siate cambiati molto: come si può vivere felicemente evitando compromessi e cantando “Non giro più in cerca d’occasioni”?

Ho sempre pensato che, nel nostro caso, non avere mai ceduto a compromessi dipendesse dal fatto che nessuno ci ha mai messo con le spalle al muro. Le case discografiche con cui abbiamo lavorato sapevano qual era il nostro potenziale e non hanno mai spinto per renderci diversi da come eravamo: saremmo rimasti ugualmente troppo ostici per il grosso pubblico. Ma col tempo abbiamo anche compreso che ci sono cose che non riusciremmo ad accettare, forse più per un disagio interiore che per questioni ideologiche.
Dici “Ho visto le menti migliori della mia generazione mendicare una presenza al varietà del sabato sera”: è un’accusa allo stato delle cose nel mondo musicale e non solo? O è il rimpianto per una scena anni 90 che sembrava potesse conquistare il mondo, non l’ha fatto, e nel migliore o peggiore dei casi si è adattata alle circostanze attuali?

La frase che citi è uno dei pochi spunti polemici che mi sono permesso in vent’anni di carriera, ma in fondo non sono così pessimista. La scena italiana è ancora viva, ha addirittura più credito rispetto a dieci anni fa. Parlando con alcuni promoter ho scoperto che nei club quest’anno i gruppi italiani hanno fatto più gente di quelli stranieri: mi fa piacere, chi lo avrebbe pensato? In realtà tutto l’ambiente mi sembra più maturo, non solo i musicisti o i dischi prodotti. Nella nostra squadra abbiamo tecnici e roadie molto giovani che conoscono benissimo il loro mestiere, non sono naif come lo eravamo noi alla loro età. Poi resta il fatto che quello del musicista continua a essere un mestiere in cui si è sempre appesi a un filo, viviamo nel precariato da molti anni prima che si cominciasse a discutere del problema. Nella gestione del tempo restiamo dei privilegiati, questo sì, anche guadagnare soldi con le proprie idee è molto gratificante. Ma se penso al mio conto in banca mi vengono i brividi.
Mi piacerebbe ogni tanto averti qui è dedicata a tuo padre:”vorrei confrontare i nostri profili che il tempo ha affilato fino a confonderli“. Ora tu sei padre, un padre punk?
No, sono molto più conformista di quanto ci si potrebbe aspettare. Oddio non è vero neanche questo! E’ che non vorrei che la mia visione del mondo, ammesso che ne abbia una, diventi a sua volta una visione conformista agli occhi delle mie figlie. E’ un rischio concreto, che vorrei evitare.
In Coney Island dici di non fidarsi dei fantasmi del 900, “l’estate non tornerà più da queste parti”: a chi e a cosa ti riferisci?
La canzone descrive un pomeriggio trascorso a Coney Island d’inverno. Era una giornata ventosa, l’aria si incanalava da qualche parte e produceva un suono lugubre che lì per lì mi ha ricordato il drone della Dream House di La Monte Young, una specie di vuvuzela tanto per intenderci. Non lo scopro io: Coney Island è un posto di una magia sinistra, tutto ti sorride, ma è un sorriso sgangherato, di un mondo che non c’è più. La realtà sono i russi seduti sulle panchine di fronte al mare, i denti d’oro, le fila di ristoranti dove nessuno spiccica una parola d’inglese. Il Novecento è alle spalle, un mondo in rovina, ci si sente spersi.
Tra le cattive abitudini della contemporaneità, quali proprio non puoi tollerare?
Il fatto che tutti parlano di moralità fino a quando non vengono presi di mira i loro interessi, i loro piccoli privilegi. Quasi nessuno è disposto a rinunciare a una fetta del proprio orticello.
Affermi che siete pignoli e autocritici: sei soddisfatto di questo nuovo album, e di questa lunga intervista, visto che sei schivo, riservato, non ti va di sprecare parole e da sempre te ne freghi dell’immagine?
Delle tue domande di sicuro, del disco anche. Ma vorrei avere una prospettiva d’ascolto diversa, meno ravvicinata. Sono troppo coinvolto. E poi con tutta questa menata dell’analogico, non sai quante cose rifarei da capo.
di Claudia Franco@XL Blog
 
Top
Mario Bava
view post Posted on 15/2/2011, 00:40




ma perchè lo sto ascoltando solo adesso?
 
Top
bobafett
view post Posted on 15/2/2011, 14:07




CITAZIONE (Mario Bava @ 15/2/2011, 00:40) 
ma perchè lo sto ascoltando solo adesso?

a distanza di mesi non ha perso un'oncia dell'emozione che mi ha trasmesso a primo ascolto.
 
Top
Edvard
view post Posted on 16/2/2011, 14:22




CITAZIONE (bobafett @ 15/2/2011, 14:07) 
CITAZIONE (Mario Bava @ 15/2/2011, 00:40) 
ma perchè lo sto ascoltando solo adesso?

a distanza di mesi non ha perso un'oncia dell'emozione che mi ha trasmesso a primo ascolto.

idem, incredibile come a distanza di così tanti anni siano tornati con un disco di questo spessore.
 
Top
Tigersuit
view post Posted on 16/2/2011, 15:52




Il mio unico rammarico è non averli visti dal vivo qualche mese fa...
 
Top
Cuordileone
view post Posted on 3/3/2011, 00:18




In arrivo uno split con i Bachi da pietra. Pare che il pattern sia: entrambi i gruppi tirano fuori un pezzo nuovo e coverizzano un pezzo dell'altro gruppo. Ora non so se sarà più curioso sentire i Bachi coverizzare i MV o i MV coverizzare i Bachi...
 
Top
Tigersuit
view post Posted on 3/3/2011, 02:06




CITAZIONE (Cuordileone @ 3/3/2011, 00:18) 
In arrivo uno split con i Bachi da pietra. Pare che il pattern sia: entrambi i gruppi tirano fuori un pezzo nuovo e coverizzano un pezzo dell'altro gruppo. Ora non so se sarà più curioso sentire i Bachi coverizzare i MV o i MV coverizzare i Bachi...

CITAZIONE
Uscirà ad aprile lo split di Massimo Volume e Bachi Da Pietra. Le due band, reduci da un tour insieme partito lo scorso novembre, sono in studio di registrazione in questi giorni. Presenteranno dal vivo l'ep in anteprima l'8 di aprile al Covo a Bologna.

Curiosità alla stelle :)
 
Top
view post Posted on 3/3/2011, 08:49
Avatar

All other (relevant) major authority figures

Group:
Member
Posts:
3,950

Status:


CITAZIONE (Tigersuit @ 3/3/2011, 02:06) 
CITAZIONE (Cuordileone @ 3/3/2011, 00:18) 
In arrivo uno split con i Bachi da pietra. Pare che il pattern sia: entrambi i gruppi tirano fuori un pezzo nuovo e coverizzano un pezzo dell'altro gruppo. Ora non so se sarà più curioso sentire i Bachi coverizzare i MV o i MV coverizzare i Bachi...

CITAZIONE
Uscirà ad aprile lo split di Massimo Volume e Bachi Da Pietra. Le due band, reduci da un tour insieme partito lo scorso novembre, sono in studio di registrazione in questi giorni. Presenteranno dal vivo l'ep in anteprima l'8 di aprile al Covo a Bologna.

Curiosità alla stelle :)

Quoto, che gran bella notizia! :woot:
 
Top
Neuros
view post Posted on 3/3/2011, 11:44




Dopo tutto il tour insieme quasi me l'aspettavo, le ho sempre considerate due band molto vicine nonostante le differenze stilistiche, ed ecco il risultato. Gran bella notizia e molta curiosità da parte mia
 
Top
Edvard
view post Posted on 3/3/2011, 15:27




molto interessante!
 
Top
78 replies since 3/10/2010, 22:11   1951 views
  Share