NEUROPRISON

Passato Vs Presente, chi sta vincendo?

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This Is Forever!
view post Posted on 3/8/2016, 23:18




Ripesco questa discussione perché proprio oggi stavo riflettendo, dal nulla, su quanto possa sentirmi musicalmente "vecchio" nonostante manco abbia 25 anni.

Lo dico anche ponendo una domanda: sono io che sono cambiato e non ho più tempo per stare dietro a queste cose oppure ogni anno che passa la scena musicale diventa sempre più desolata/desolante?

Sono sostanzialmente due anni che non riesco a trovare veramente album nuovi che mi facciano esaltare o eccitare, provare emozioni forti, insomma, dischi che veramente mi piacciano e che non siano solo buoni per un paio di ascolti passeggeri. Per carità, la roba buona esiste, ma mi accorgo che in realtà è sempre di meno, tant'è che per lo scorso anno non ho nemmeno fatto una classifica di fine anno, tanto pochi erano i dischi che sentivo dentro di me di poterci inserire.

Credo di essere arrivato ad un punto in cui le sonorità nuove non sono assolutamente ciò che cerco dalla musica e non riesco proprio a trovarci ciò che mi ha fatto innamorare della musica in generale.

Siamo in un'epoca in cui le logiche di mercato sembrano aver permeato anche quelle che una volta erano le scene indipendenti, o almeno queste, qualora continuassero ad esistere, sono diventate più di nicchia, marginali e senza vita che mai. Un'epoca in cui i meme e la promozione contano più della musica in sé, dove chi fà musica con le chitarre è considerato un relitto del passato e le "riviste" specializzate fanno a gara a chi sputa di più sul Rock, in cui si prendono per il culo i grandi del passato ma si spendono fiumi di caratteri word per recensire i nuovi dischi di gente totalmente priva di qualsiasi forma di talento come Drake, in cui un Vince Staples (rapper molto giovane, che, sottolineo, trovo tra l'altro uno dei pochi talentuosi all'interno della scena moderna) può permettersi tranquillamente mostrare la propria mancanza di rispetto verso tutti i mostri sacri del Rap, in cui il politically correct si è impadronito pure della cazzo di musica ed ecco che gruppi che ho sempre rispettato tipo gli Andrew Jackson Jihad cambiano il loro fottuto nome in AJJ (che poi, porco d*o, cambiatelo bene almeno) perché non vogliono offendere i musulmani appropriandosi di termini che non gli appartengono quando la metà della loro discografia si basa sulla ridicolizzazione della religione o dove dei gruppi si rifiutano di fare dei concerti in festival in cui non ci sono bagni per transessuali o addirittura band che chiedono scusa per aver chiamato qualche ex di merda "puttana" in una canzone (che poi cazzo, se qualcuno non mi conoscesse e leggesse ste cose mi prenderebbe per leghista, ma sinceramente il politicamente corretto degli americani di merda è qualcosa che aborro con tutto me stesso, oltre ad essere qualcosa di veramente opprimente, stando a quanto mi riporta gente a contatto giornaliero con gli ambienti anglosassoni).

Proprio vedendo le uscite dell'anno mi sono reso seriamente conto che il Rock è definitivamente morto, e che il 90% della roba rilevante (quindi diciamo quella che viene recensita dai grossi social) è Rap e R&B, il che non sarebbe un problema se poi non fosse che, togliendo i vari Aesop Rock e Kendrick Lamar (o anche quel coglionazzo di Kanye West, che comunque alla fine un po' di rispettabilità gliela possiamo concedere), il resto, ovvero a sua volta il 90%, è sta cazzo di Trap che non si sa per quale motivo viene presa seriamente dato che si tratta sostanzialmente di coglioni totalmente incapaci di rappare che, appunto, non rappano ma ripetono ritornelli per 4 minuti con l'autotune, insomma, quello che fa Bello Figo, solo che se lo fà Bello Figo è un coglione, se lo fà qualche americano allora è roba che riflette l'apatia della società moderna e quindi deve essere presa seriosissimamente.

Video

Perché adesso vorrei qualcuno che mi spiega come si fa a prendere seriamente una cosa del genere.

Boh, niente, penso che giusto vent'anni fà tra le punte di diamanete della scena musicale c'era gente tipo i Modest Mouse e ora questo. E fidatevi che mi prende seriamente a male perché mi sembra di averne 50 di anni per fare ragionamenti simili.
 
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Edvard
view post Posted on 4/8/2016, 13:02




Guarda non penso che sei il solo a pensarla in questo modo, anzi direi che è da circa un buon 10 anni che è iniziato questo fenomeno che poi via via ha assunto le proporzioni attuali. La cosa preoccupante è che la situazione è strettamente collegata all'appiattimento culturale generale che stiamo assistendo, di cui i social media ne sono l'emblema.

Dischi che sanno emozionare ne escono sempre meno, ed in ogni caso bisogna quantomeno andarseli a cercare in proprio (cosa che non tutti hanno il tempo di fare) e per quanto mi riguarda le uscite che negli ultimi anni hanno superato la prova del tempo sono legate a nomi noti che pur essendo sulla scena da decenni sanno ancora tirare fuori materiale ben al di sopra della media dell'impoverito panorama attuale.

E' triste constatare quanto siano lontani, sia musicalmente che culturalmente, i decenni precedenti il nuovo millennio (ed in parte i primi anni di esso) e lo si nota ovunque. A mio avviso al di là del fatto che possano capitare annate sottotono è impossibile separare quello che sta avvenendo dal punto di vista culturale con l'avanzata schiacciante globalizzante del pensiero unico o ancora del non pensiero.

Edited by Edvard - 4/8/2016, 14:28
 
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view post Posted on 5/8/2016, 17:50

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E' da anni che io sono afflitto da quello che la buonanima di Dolph definirebbe "culo pesante nel ricercare dischi", ormai ascolto musica in macchina e a casa e nemmeno uso l'uscita usb, vado direttamente di cd, visto che ascolto solo cose che ho comprato, conosciuto e amato da tempo.
La voglia di spulciare in giro mi è passata gradualmente, ma un bel giorno ho avuto una folgorazione: ho guardato le mie liste dei miei dischi preferiti pubblicate qui e su RYM e mi sono reso conto che avevo difficoltà a ricordarmi non dico una canzone, ma anche solo il titolo di una canzone del 99% dei dischi che avevo trovato i migliori.
E' la vecchiaia, è l'hard disc della memoria intasato, è pigrizia: tutto qusto, sicuramente. Dall'alto della mia età posso dire che più si invecchia più si vuole "andare sul sicuro": quando vuoi ascoltare qualcosa, il disco che ti piaceva 20 anni fa ha 100 volte l'appeal di uno carino che hai conosciuto una settimana fa. Chi lo nega è in malafede: spesso si trincera dietro il fatto che a lui piacciono gruppi nuovi, ma in realtà li vai a sentire e scopri che assomigliano al limite del plagio con il suo gruppo preferito dell'infanzia :D

Molto interessante e condivisibile l'affermazione di Ed secondo la quale questo atteggiamento è perfettamente inseribile all'interno di un clima di appiattimento culturale generale. I telefonini, i social e compagnia bella hanno un effetto oggettivo: ci rubano il tempo, tempo che una volta sarebbe stato utilizzato in maniera magari più proficua.
D'altro canto, rispetto all'epoca in cui io ho iniziato ad interessarmi di musica (fine anni 80, inizio anni 90) c'è una differenza sostanziale che ha culturalmente cambiato il senso di fare musica: allora (soprattutto dopo l'esplosione del grunge) fare musica significava avere pochissime possibilità di diventare ricco ma qualche accettabile possibilità di potere vivere dignitosamente suonando, oggi è praticamente azzerata la possibilità di diventare ricco (a meno che non partecipi ai talent: ce li vedereste i NIrvana e i Pearl Jam a The Voice?) ed è quasi altrettanto azzerata la possibilità di potere vivere quantomeno dignitosamente con la musica. Fare musica è diventato al meglio un hobby, al peggio una perdita di tempo, una "ragazzata".

Se dovessi pensare ad una via di uscita da questa situazione, avrei serie difficoltà (anche perchè a me non piacciono gli unici generi che a quanto pare rimangono in vita, ovvero Rap e R&B), eppure mi ha intrippato romanticamente un'idea che ho visto espressa all'inizio di un film (bellissimo, recuperatelo a proposito), Green Room: un gruppo HC di ragazzetti ha deciso di rmanere completamente offline, di non pubblicare niente (se non un occasionale ep in vinile o in cassetta) perchè la musica è solo dal vivo, "quando diviene tutto virtuale, perdi... la sostanza"
 
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Alto Variago
view post Posted on 5/8/2016, 20:49




Fantastico notare come il coro dei "reazionari" (mi ci aggiungo pure io) in pochi anni ha preso il sopravvento. Sono d'accordissimo con quanto espresso dai post precedenti.

Ogni generazione di fan invecchiando ha avuto sempre meno tempo per seguire gli sviluppi dell'arte, ma credo che oggi ad essere proprio inedita sia la combinazione di rapporto costi/benefici economici legati alla produzione di musica, quantità dell'offerta, (obbligatorio?) appiattimento sul capitalismo cognitivo dopato dai social media e giornalismo musicale allo sbando. Tutto questo immerso nello spaesamento generale casuato dall'overload di informazioni quotidiano che è difficile da processare anche per la critica immagino - e che non riguarda solo la musica, ovviamente.

Certo, la musica di qualità esce ancora e credo che la vita di un appassionato migliora nel 2016 quando scende a patti con il fatto che A) è impossibile cercare di ricreare da queste macerie di senso giornaliere una narrativa che ci faccia sentire parte di qualcosa di rilevante e che abbia a che fare con il cuore pulsante della storia e B) non c'è da sentirsi male, indietro e in colpa perché piacciono le chitarre (o i vinili o gli archi) e non l'autotune e le tiplette di hi-hat con la drum machine.

La separazione tra cultura inteso come fenomeno di custume e cultura inteso come "prodotti musicali di qualche interesse artistico" ha raggiunto il suo apice e la cosa non mi dà affatto fastidio, anzi la accolgo a braccia aperte.

Non è che se non vuoi ascoltare (nel migliore dei casi) djent, trap, blackgaze e post-grime strumentale ti devi segare le orecchie. Magari vuol solo dire che sei pronto per nuovi universi musicali (dentro ognuno di noi potrebbe essersi rannicchiato un fan della musica corale bizantina che non aspettava momento migliore per palesarsi).

edit anti-dislessia compiuto

Edited by Alto Variago - 6/8/2016, 11:37
 
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view post Posted on 5/8/2016, 22:37

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CITAZIONE (Alto Variago @ 5/8/2016, 21:49) 
Ovviamente la musica di qualità esce ancora e credo che la vita di un appassionato migliora nel 2016 quando scende a patti con il fatto che A) è impossibile cercare di ricreare da queste macerie di senso giornaliere una narrativa che ci faccia sentire parte di qualcosa di rilevante e che abbia a che fare con il cuore pulsante della storia e B) non c'è da sentirsi male, indietro e in colpa perché piacciono (o i vinili o gli archi) e non l'autotune e le tiplette di hi-hat con la drum machine.

La separazione tra cultura inteso come fenomeno di custume e cultura inteso come "prodotti musicali di qualche interesse artistico" ha raggiunto il suo apice e la cosa non mi dà affatto fastidio, anzi la accolgo a braccia aperte.

Riguardo alla prima frase, Simone poneva un problema piu profondo, ovvero che in giro non manchi la buona musica, manca la musica che regala emozioni. Per come l ho espresso io sembra un concetto da reality della defilippi, però il senso quello è.

Riguardo alla seconda frase, è molto acuta e colpisce nel segno. Io però mi sento, per motivi anagrafici, molto più spaesato in un mondo in cui il rock è sostanzialmente uscito dall' ambito culturale e di costume, in cui non trovi un artista affermato al di sotto dei 50 anni in cui ti puoi vagamente riconoscere, o al quale attribuisci un certo spessore autoriale.
 
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This Is Forever!
view post Posted on 6/8/2016, 01:22




E' stato sollevato un punto al quale io stesso non avevo pensato ma che invece è verissimo, ovvero che quella che una volta era la scena DIY/indipendente, va sempre più scomparendo e, marxianamente (non c'entra una sega ma il paragone con il concetto di proletarizzazione ci stà :D ), ci troviamo davanti a una polarizzazione tra megaproduzioni (al 90% Hip-Hop e R&B) cacciasoldi date in pasto a pubblico e critica "indipendenti" (vedasi Pitchfork che ti caccia fuori un 8,5 al nuovo disco di Beyoncé, roba che solo 5 anni fa sarebbe stata più che impensabile) e la roba ultra-artigianale di Bandcamp fatta da ragazzini che vedono la musica come un passatempo, dove di buono si riesce a trovare un disco ogni 100.
 
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view post Posted on 7/8/2016, 12:28

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Domanda marginale: ma dalle vostre parti esistono ancora le radio locali che mandano in onda musica alternative o metal? Per amarcord oggi ho girato tra le radio e il risultato è stato sconfortante... del tipo che è radio capital quella che mandava su musica meno mainstream.
 
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This Is Forever!
view post Posted on 24/9/2016, 00:08




https://noisey.vice.com/en_us/article/viet...change-official

Vi giuro che certe cose mi fanno passare tutto l'interesse verso la musica.

Ma davvero?

Porca puttana Burzum ha bruciato chiese e ucciso una persona, oltre ad essere un nazistoide per sua stessa ammissione e comunque lo stimo più come persona rispetto a tutta questa ondata di gruppi mielensi e intrisi di buonismo (prima volta in vita mia che uso questo termine, che personalmente disprezzo col cuore, tuttavia non trovo nessun altro modo per poter descrivere l'approccio liberale statunitense/anglosassone ai problemi sociali, che poi alla fine pone tutta l'enfasi dell'universo su stronzate come i nomi delle band o "i bagni gender-free" senza mai nemmeno per sbaglio mettere in discussione i modelli e le cause di supposte disuguaglianze).

Ma viviamo sulla Terra o è il magico mondo di Saverio Tommasi?
 
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LosHongos
view post Posted on 24/9/2016, 13:45




Il tuo mi pare un punto di vista un po' parziale. Le intenzioni di cui parli credo siano più del pubblico che critica la scelta del nome, che del gruppo stesso. Poi si può parlare del fatto che abbiano scelto di essere condiscendenti e accettare tali "pressioni", il che non significa necessariamente essere allineati con il pensiero censorio (anche perchè altrimenti sarebbe stato insensato scegliere il nome Viet Cong in prima istanza).. posso comprendere il volere evitare la rottura di coglioni costante, non sarà il massimo dell'integrità ma per me resta comprensibile, e non mi sembra indice di buonismo, tutt'al più appunto condiscendenza.
 
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view post Posted on 26/9/2016, 11:56




CITAZIONE (LosHongos @ 24/9/2016, 14:45) 
Il tuo mi pare un punto di vista un po' parziale. Le intenzioni di cui parli credo siano più del pubblico che critica la scelta del nome, che del gruppo stesso. Poi si può parlare del fatto che abbiano scelto di essere condiscendenti e accettare tali "pressioni", il che non significa necessariamente essere allineati con il pensiero censorio (anche perchè altrimenti sarebbe stato insensato scegliere il nome Viet Cong in prima istanza).. posso comprendere il volere evitare la rottura di coglioni costante, non sarà il massimo dell'integrità ma per me resta comprensibile, e non mi sembra indice di buonismo, tutt'al più appunto condiscendenza.

Ma infatti critico in primis l'atteggiamento del pubblico ormai pronto a censurare qualsiasi cosa in nome del politically correct. Questa è una pietra pesante sulla creatività e la morte dello spirito Punk stesso: l'iconoclastia, l'uso della provocazione come mezzo di comunicazione e lotta contro i modelli dominanti. Fermo restando che qui ci si ferma addirittura prima, fino ad un nome che di provocatorio non ha assolutamente nulla (cosa ci sarebbe di iconoclasta e provocatorio nel diminutivo del nome di un fronte di liberazione popolare?).

Mi dispiace pensare che gente con un talento enorme, che ha avuto la fortuna di spopolare in passato, al giorno d'oggi sarebbe rilegata ad una posizione di estrema nicchia per il semplice fatto di utilizzare le armi dell'iperbole e della provocazione (senza andare a ripescare giganti come i Dead Kennedys, basta guardare ad un Eminem, che probabilmente oggi si troverebbe gente a boicottare in massa i concerti).

Per non parlare poi dell'ipocrisia di gruppi come gli Andrew Jackson Jihad che cambiano nome per non offendere i musulmani e poi fanno un album intitolato The Bible 2.
 
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55 replies since 12/1/2012, 10:22   1027 views
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