NEUROPRISON


Godspeed You! Black Emperor: Miglior Disco
Poll choicesVotesStatistics
(2000) Lift Your Skinny Fists Like Antennas to Heaven21 [55.26%]
(1997) f♯a♯∞10 [26.32%]
(1999) Slow Riot for New Zerø Kanada5 [13.16%]
(2002) Yanqui U.X.O.2 [5.26%]
(1998) aMAZEine 7"0 [0.00%]
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Godspeed You! Black Emperor: Miglior Disco

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view post Posted on 2/11/2006, 22:30
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Ci troviamo di fronte alla Storia del post-rock, un gruppo unico e irripetibile, rivoluzionario sia dal punto di vista prettamente musicale che non.

A voi la scelta
 
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DarkRaziel
view post Posted on 2/11/2006, 22:44




Dovrò votare... ora non ce la faccio.
Probabilmente voterò Slow Riot for New Zero Kanada, ma esclusivamente xkè è il primo che ho ascoltato mi sa..
Madonna.
Non si può parlare dei Gybe.
Silenzio religioso.
Così sia. ^_^
 
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Eclipze
view post Posted on 7/6/2007, 18:57




Io continuo a preferire Yanqui U.X.O. sopra ogni cosa, nonostante adori ogni pubblicazione della band canadese. Più diretto e semplice, più scorrevole, ma soprattutto più emozionante. Ci sento anche tanto rock progressivo e musica cosmica tra le 5 tracce di questo capolavoro. Mi mancano gli inserti parlati e i rumori ambientali che rendono gli altri dischi emotivamente grandiosi, così come mi mancano le imprecisioni e le strutture spezzate dei dischi precedenti, però nel complesso continuo a considerarlo il mio preferito.
 
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view post Posted on 7/6/2007, 19:49
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god is not cool anymore

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mmmh, decidere è abbastanza complicato sono tutti quandi lavori grandiosi...forse lift your skinny... è stato il mio primo loro ascolto. si penso possa essere il migliore, per quanto mi riguarda almeno. scelta difficile comunque.
 
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view post Posted on 7/6/2007, 20:51

Too lazy to be scared

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CITAZIONE (dirk. @ 19/11/2006, 20:33)
F#A#

Siamo in due.
Mi sembra il più cupo, il più rumorista, ed è quello che faccio meno fatica ad ascoltare fino alla fine.
 
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Edvard Munch
view post Posted on 8/6/2007, 16:27




CITAZIONE (Eclipze @ 7/6/2007, 19:57)
Io continuo a preferire Yanqui U.X.O. sopra ogni cosa, nonostante adori ogni pubblicazione della band canadese. Più diretto e semplice, più scorrevole, ma soprattutto più emozionante. Ci sento anche tanto rock progressivo e musica cosmica tra le 5 tracce di questo capolavoro. Mi mancano gli inserti parlati e i rumori ambientali che rendono gli altri dischi emotivamente grandiosi, così come mi mancano le imprecisioni e le strutture spezzate dei dischi precedenti, però nel complesso continuo a considerarlo il mio preferito.

io non sono del tutto d'accordo; rispetto a Lift your skinny... (il mio preferito) è più diretto e "pieno" ma di sicuro è molto meno emozionale e visionario. Poi è questione di gusti, ad esempio a me Yanqui risulta anche più pesante all'ascolto.



CITAZIONE (Vortex Surfer @ 7/6/2007, 21:51)
CITAZIONE (dirk. @ 19/11/2006, 20:33)
F#A#

Siamo in due.
Mi sembra il più cupo, il più rumorista, ed è quello che faccio meno fatica ad ascoltare fino alla fine.

ecco questo già fa più concorrenza a lift your skinny... per quel che mi riguarda, ha davvero un mood cupissimo rispetto agli altri.

 
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Eclipze
view post Posted on 22/6/2007, 13:45




Per sponsorizzare ancora un pò Yanqui U.X.O. ho scritto questo:

SPOILER (click to view)
Immagini. Fotogrammi in bianco e nero ormai sbiaditi, vecchi ed usurati, intensamente vissuti. Uomini che marciano lenti, per una guerra che non è la loro. Sporchi di sabbia e accecati dal sole cocente, in un luogo post apocalittico, assolutamente devastato dalla banalità del male. Il film scorre, ora placido e malinconico, ora esplosivo e oscuro, angosciante come un fiume in piena, trascina con sè ogni cosa lungo paesaggi desolati e solitari, tra vortici emotivi. Nessuna parola. Le drammatiche immagini evocate nella nostra mente derivano da un intreccio di suoni e rumori, melodie in continua evoluzione. Lunghi crescendo, che levitano tra i tempi dilatatissimi delle cinque tracce dell’album, fino ad esplosioni tutt’altro che risolutive, immerse in atmosfere oscure e glaciali, affascinanti come l’aurora boreale. Un dolce minimalismo che rende ogni passaggio sincero e vissuto, e che si controbilancia perfettamente con i vari strati sonori, con le strutture sinuose e complesse, con la maestosità di una musica fuori dal tempo. Il terzo, e ultimo, disco dei canadesi Godspeed You Black Emperor! fonde con maestria il post-rock con la psichedelia, il rock indipendente con il rock progressivo, il noise con la musica cosmica, la musica classica con le colonne sonore mantenendo una forte personalità e una carica emotiva travolgente. La musica del silenzio, della riflessione, della presa di coscienza.
Fin dal titolo (yankee unexplosed ordnance) viene trasmessa una sensazione di calma apparente, fragile, sotto la quale si nasconde un dramma.
La data che dona il titolo alla prima suite, 09-15-00 (corrispondente all’inizio della seconda intifada) preannuncia la malinconia dipinta dagli intrecci sonori di chitarre e archi. E’ un’estenuante attesa, una lenta e lunga marcia, prima del finale distruttivo carico di noise e risonanze, guidato da percussioni che si elevano sempre più in alto. Le lunghe e interminabili salite - da uno stato di quiete fino alla tempesta più travolgente - sono una delle principali caratteristiche della musica della band (composta da nove musicisti), che con la seconda parte della già citata suite, catapulta nuovamente l’ascoltatore in un limbo sospeso, di fronte a edifici distrutti e resti di serenità bruciati, con un senso di solitudine disarmante. L’approccio della band al post rock è decisamente più progressivo rispetto al passato, grazie anche ad una produzione (affidata a Steve Albini) che rende chiara ogni nota, alla ricerca di un’epicità mai così marcata, forse a discapito della nostalgia presente nei dischi precedenti, dove i dialoghi e i rumori ambientali erano una parte fondamentale della musica dei GY!BE, così come le lunghe pause, e le strutture spezzate e frammentarie. Con Yanqui U.X.O. la band intraprende una strada più scorrevole, fluida, diretta, che si dimostra funzionale all’atmosfera catartica dell’opera: un lungo percorso attraverso la violenza e il desiderio di pace, più che un sguardo nelle nostre memorie come avveniva in passato. Inutile dire che l’intensa poetica non ne risente minimamente.
Un arpeggio stoppato e ricco di riverberi, al quale si mescolano le malinconiche note dei violini, ci introduce nella grandiosa Rocket Fall on Rocket Falls. Un viaggio lungo la via della disperazione silenziosa, quella che gli oppressi devono nascondere negli anfratti della loro anima, in profondità. La suite si snoda tra sali-scendi maestosi ed epici, che mostrano rabbia vitale e voglia di rivalsa, seguiti da un’attesa snervante per un attacco che sembra non arrivare mai, tra percussioni ipnotiche e lunghissime note di strumenti a fiato, sospese al di là del tempo. L’apertura che segue è uno squarcio, una voragine, un baratro alla ricerca della libertà, un breve - ma maestoso - sprazzo di psichedelia (qualcuno ha presente i Pink Floyd di Pompei?!), che chiude una delle migliori composizioni della carriera del gruppo.
Motherfucker=Redemeer è la terza, e ultima, suite (anche’essa divisa in due parti). Questa nasce tra dolci note dal sapore krimsoniano per poi evolversi in un’inedito ritmo in levare che dona vigore e ritmo ad un disco finora sostanzialmente riflessivo. L’atmosfera non è plumbea come in precedenza: sembra quasi che un bagliore di speranza si faccia largo tra le macerie, anche quando i ritmi rallentano per immergersi nel classico post-rock caro a gruppi come Explosions in the Sky o Mogwai, fatto di arpeggi dolci e malinconici, leggeri e sognanti, accompagnati da un delicato gusto per le dissonanze e per il rumorismo. La seconda parte di Motherfucker=Redeeemer chiama in causa i Tangerine Dream di Zeit con la loro dilatazione estrema dei tempi, attraverso droni rumorosi che si amalgamano con giri di basso ipnotici e psichedelici. Un viaggio finale, illuminato da una luce di speranza, che sembra richiamare verso di se, oltre la tempesta di chitarre stridenti. L’ennesima progressione, verso l’alto, fino allo svenimento, al di fuori della realtà.
Senza aprire bocca i Godspeed You Black Emperor! si cimentano in un’opera cinematografica con forti richiami politico-sociali, evidenziati anche dal semplice ma bellissimo artwork (sul quale spicca un albero genealogico che collega varie major dell’industria discografica ad altrettante industrie di armi belliche). Dimostrazione del potere comunicativo della musica, Yanqui U.X.O. è una fortissima carrellata di immagini tristemente reali, saldamente ancorate al mondo che ci circonda, più che alla “realtà” cinematografica.
 
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Nordvargr412
view post Posted on 25/6/2007, 19:23




f♯a♯∞

voto questo disco perche è in assoluto uno degli album che piu mi colpirono.
Un film in musica, narrativo come pochi e post che piu post non si puo :ph34r: .
Un disco oltre ogni genere...
 
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Jack_from the sky
view post Posted on 23/8/2007, 10:49




f#a#oo mi aprì gli occhi
 
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Anal Reichsführer
view post Posted on 19/12/2007, 18:39




forse yanqui, forse lift your skinny fists... mo riascolto.
 
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view post Posted on 19/12/2007, 18:45
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Mention This To Me

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io voto Lift Your Skinny Fists Like Antennas to Heaven... anche se pure un disco come f♯a♯∞ è irripetibile...
 
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tæmmon ©
view post Posted on 19/12/2007, 19:21




Avendo la possibilità di scelta su scaffale preferii comprare Lift Yr. Skinny Fists Like Antennas To Heaven, ma non posso non votare Slow Riot for New Zerø Kanada. Uno dei miei dischi preferiti in assoluto, lo trovo fondamentale per la mia sopravvivenza nonostante sia un EP.
Ora lo ri-ri-riascolto*, mi avete fatto venir voglia...


*è la terza volta oggi.
 
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kingoftheloser
view post Posted on 20/12/2007, 11:37




votare un disco migliore di una stpenda discografia.. :wacko:

vediamo..

il primo che ho ascoltato Lift Your Skinny Fists Like Antennas to Heaven..

chissà perchè ma rimango sempre affezionato alle prime cose che ascolto di un gruppo...?
 
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23 replies since 2/11/2006, 22:30   656 views
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