Formati in quel di Tacoma nel 1993 dai compagni di liceo Dave Verellen (voce), Tim Latona (batteria), Brian Cook (basso) e David Knudson (chitarra), i Botch sono stati una delle band più influenti e talentuose della scena post-hardcore nonché creatori di un sound che forse più d’ogni altri incarna il termine di noisecore.
Nel 1997 il primo passo importante, con l’accordo raggiunto presso la Hydra Head Records di Aaron Turner per la pubblicazione del debut American Nervoso, album che mette da subito in mostra un sound che travalica la concezione di hardcore tramite strutture complesse e ricercate, ma soprattutto rivela il talento e la fantasia chitarristica di Knudson.
Il successivo album We Are The Romans riprende ed espande il contenuto del debut, per un amalgama sonoro di elevata caratura sia a livello tecnico-compositivo che tematico-concettuale, grazie anche alla cura che il vocalist Verellen dedica alla parte lirica dei brani.
La stampa internazionale inizia ad accorgersi di loro così come cresce il responso a livello di audience ed il tutto culmina con il tour europeo di supporto ai Dillinger Escape Plan.
We Are The Romans non solo è un autentico capolavoro ma rappresenta uno dei lavori cardine per la definizione del termine post-hardcore, una di quelle poche opere (insieme a Jane Doe dei Converge, Souls At Zero dei Neurosis, The Shape Of Punk To Come dei Refused e Kollapse dei Breach) capaci di rimanere punto di riferimento e pietra di paragone per le formazioni a venire.
Purtroppo sul più bello la band si scioglie, giusto in tempo per regalarci un’ultima uscita (postuma) targata 2002, l’ep An Anthology Of Dead Ends; si tratta si 6 tracce (4 veri pezzi) che fanno capire che il gruppo non era certo a corto di idee anzi, le composizioni mettono in mostra un talento ancora una volta innato nello scrivere brani complessi, intensi, infarciti di noise e di tocchi melodici di raro pathos, ma con l’aggiunta di una maturità ancora maggiore che in precedenza.
La durata di soli 20 minuti non permette un giusto paragone con il landmark album precedente, ma sicuramente i Botch si sono congedati con l’ennesima grande prova, contenente alcuni tra i loro pezzi più belli in assoluto.
www.myspace.com/botchEdited by Edvard Munch - 17/11/2006, 23:03