NEUROPRISON

Isis - Reviews

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LocustStar
view post Posted on 24/2/2008, 17:16 by: LocustStar




ISIS - IN THE ABSENCE OF TRUTH
(2006, Ipecac)


Il cordone che legava gli Isis ai padri Neurosis è stato definitivamente reciso. Ma pare che la band di Boston sia sempre più intenzionata ad abbandonare una volta per tutte le sulfuree rive del post-hardcore per dirigersi verso astratti paesaggi psichedelici. A distanza di due anni da quel “Panopticon”, il cui titolo odorava di orwelliana paranoia, troviamo degli Isis diversi nell'estetica e nella sostanza. Il muro di chitarre si è assottigliato e le deflagrazioni sono meno frequenti, aumentando di contro l'immersione in condense in cui abitano suoni levigati e liquidi, figli di atmosfere introspettive e contemplative ed arpeggi che si intersecano e sovrappongono. Il “work in progress” isisiano smantella l'impianto vocale fatto di urla rabbiose in più codificabili melodie che, purtroppo, non sempre riescono ad andare a fondo. Si percepisce una certa vena “cantilenante” che a momenti poco bene si sposa col contesto. Le composizioni si allungano maggiormente su strutture che si avvalgono della lezione progressiva dei Tool (principalmente in "Not In River, But In Drops") e le tessiture ritmiche conferiscono più dinamica alle andature. Nel tessuto sonoro giunge ad imprescindibile importanza l'impiego di keyboards e synth che estraggono effetti cosmici, di stasi quasi ambient (l'incipit di "Over Root And Thorn", "All Out Of Time", "All Into Space"), toccando il vertice di meraviglia estetica in "Firdous E barene". Il crescendo iniziale di "Wrists Of Kings", coi suoi fraseggi post-rock che si intrecciano, mostra già quale sarà l'andazzo dell'intero album, che troverà in "Dulcinea" uno dei picchi espressivi più alti, fluttuante nel suo incedere dimesso e fluido, così come "1000 Shards". E’ però "Garden Of Light" il brano più affascinante e denso dell'intero lotto, con la sua ouverture che pare agitarsi lentamente tra onde di freddo magma, si impenna improvvisamente, si abbassa e respira, alza nuovamente il tiro, torna a volare radente, in una continua altalena d'intensità che sfonderà il muro dei nove minuti di durata. Non è post-rock. Non è post-hardcore. E’ tutt'e due e nulla dei due. Nonostante la caratura del songwriting sia sempre di notevole spessore, va detto che "In The Absence Of Truth" non si attesta al medesimo livello della triade “Celestial”/”Oceanic”/”Panopticon”, le prove in studio migliori del five-piece statunitense. Senza dubbio, gli Isis si trovano in un momento interlocutorio della loro carriera, una fase di transizione che li porterà a meglio definire la propria cifra stilistica in futuro. Magari tracciando la nuova direttrice che permetterà alla scena di continuare a rigenerarsi, Neurosis permettendo.

P.S: questa recensione è stata pubblicata su ilcibicida.com .
 
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6 replies since 22/2/2008, 16:56   395 views
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