I fischi mi sono durati per 3 giorni, ho presenziato alla
data di roma. Inizia il tutto verso le 6 e 30, con gli Tsubo, carini, ma niente di più. Giorgioni, il cantante, ha una buona voce, ma non coinvolgeva lo scarsissimo pubblico in nessun modo e nemmeno ci provava. Saranno giovani, spero che migliorino. Subito dopo lo show giro per la distro, vedo un bel po' di roba carina e compro la maglietta dei Today is the day, temple of the morning star, mentre il tipetto lì racconta ad una mia amica un aneddoto sugli Anal cunt. Esco a prendere un po' d'aria e alla prima vibrazione rientro di corsa: tempo degli Juggernaut. Con questa per me è la 3° volta che me li becco dal vivo, beh, sempre bellissimi. Prendevano, catturavano ecc. ecc., peccato che in alcuni pezzi assomiglino troppo ai Cult of Luna. vabeh, show senza pecche, suoni perfetti.
Aria + cena e birra.
Rientro correndo: gli Orange man theory!
La seconda volta live, la prima (in supporto ai Cripple bastards, mi pare) mi avevano piacevolmente colpito. Iniziano, suonano, riscaldano il pubblico.. Ma è ovazione quando un tipetto distinto e tranquillissimo (Steve Austin, per l'appunto) sale sul palco a duettare con Gianni, vocalist degli Arancioni. Bello. Pezzo tremendo. Dopodichè saluti vari e addio.
Aria + cambiopalco, sparisce una batteria, è ora delle band internazionali! Dopo poco più di mezz'ora entrano i four question marks,
cover band dei meshuggah e con pezzi à-là mastodon (ormai hanno acquisito questa nomea), niente di particolare, non mi dicono nulla ma me li vedo lo stesso da sotto il palco. Peccato che il suono non era impostato alla perfezione, qualche pecca qua e là e inoltre il cantante e il chitarrista chiedevano in continuazione di alzare il volume della chitarra e della batteria, fino a farli arrivare a livelli quasi insopportabili. 35 minuti di show, pausa di 20 minuti e iniziano i Complete Failure, di cui ho visto poco, ma mi sono piaciuti moltissimo. Grind bello come piace tanto a me, potenti e tecnicamente non male. Bello spettacolo.
Jucifer. Momento Jucifer. Magnificenti, per quanto mi riguarda. Tutto inizia dal buio, buio totale
E una chitarra distorta. Sotto il palco tutto il tempo, mi hanno catturato totalmente e ho subito pensato che erano la dimostrazione di quanto macello potessero fare una chitarra a 5 corde semidistrutta e 6 pezzi di batteria decadente. Tremendi. La voce magari era settata troppo bassa, ma ripensandoci forse meglio così: mi bastavano i rumoracci che uscivano fuori dagli ampli. LEI, quei movimenti, passione infinita. Questo mi ha trasmesso. LUI: un pazzo. Pugni, calci, sputi, sudore, pezzi distrutti e bacchette squarciate. Mai visto. Rispetto infinito. Live rendono 10 volte di più che su cd, per fortuna. Da rivedere, ne avessi la possibilità.
Pausa, aria.
E' momento dei mitragliatori, del buonuomo Steve compagni. Non aspettavo altro, sinceramente. Iniziano con i soliti sample sparati a mille dall'iTunes di steve, e la voce, quella voce, che tanto mi fa rabbrividire. Dietro pogano,
circle pit vari, mi arrivano 3 persone sopra (un pelato mi ha tolto la maglietta e graffiato tutta la schiena, ma vabeh) ma sto sotto il palco senza muovermi. Pazzeschi, ed emozionanti al massimo l'assolo di voce di steve e poi successivamente la tanto aspettata Temple of the morning star, cantata da TUTTI in un unico coro. Non avrei mai pensato tanta partecipazione. Qualche altro pezzo, tra cui una The man who loves to hurt himself cantata sempre dall'ormai caro Gianni degli OMT, qualche frasetta degna di nota (
LET'S DO NASTY BUSINESS!) qualche gocciolina di sudore dritta su di me e 6 corde strappate da una sofferente chitarra, e poi si smonta tutto e si spegne il portatile. I 3 scendono, disponibilissimi. Dopo qualche foto con Steve, un'abbraccio e ringraziamenti vari per la serata e dopo aver parlato con i Juggernaut (che mi hanno regalato il promo, per invidia di molti
spendaccioni (cit.)) esco, con le orecchie stanchissime, per prendere 4 notturni e tornare a casa, felicissimo.
Sò soddisfazioni, d'altronde. Capitassero più spesso.