Mancava un thread di approfondimento su uno dei miei generi preferiti, il punk.
Per molti è stato una rivoluzione fatta da una generazione di giovani iconoclasti, stanca dell'ormai declinante musica di metà anni Settanta, che ha preferito radere al suolo tutto e ricominciare da un rock più diretto, grezzo e primordiale, ma io sono convinto che il punk sia sì scoppiato nel '77, ma dopo un lungo percorso di preparazione, basandosi su un lungo processo partito da Kinks, 13th Floor Elevators, VU, Stones, poi Stooges, MC5, Bowie, T Rex e per finire New York Dolls, Heartbrakers, Ramones e Modern Lovers... insomma per me il punk già esisteva in nuce, bastava solo che un pazzo come Lydon accendesse la miccia.
Altro mito da sfatare, quello della tecnica: i dischi punk maggiori sono tutti suonati e registrati da dio e certi gruppi annoveravano musicisti non da poco
La forma più canonica del punk è quello della canzone pop-rock di tre minuti, con strofe e ritornelli, melodia ma anche potenza, velocità e talvolta rumore.
Siccome Ramones, Sex Pistols e Clash li conoscono tutti (e gli ultimi per me non sono nemmeno tutto 'sto granché), parto con qualche chicca meno famosa
Radio Birdman - Radios Appear [1977]Il punk australiano, rispetto a quello inglese, è molto più scalmanato, sudato e rock'n'roll. Questi stronzi non fanno eccezione, si rifanno direttamente agli Stooges (c'è pure una cover di TV Eye) e hanno una tecnica chitarristica notevole, con assoli e riffoni killer. Non so se definirlo punk o proto-punk, fatto sta che i pezzi più tirati sono dei carri armati (nessun punk britannico suonava così crudo e grezzo) e ci sono anche pezzi più atipici, come il blues al piano di "Man with golden helmet".
X-Ray Spex - Germfree Adolescents [1978]Questi invece sono inglesi e hanno una cantante strillona (tipologia di cantanti che odio, ma la voce di Poly Styrene stranamente mi piace), fanno pezzi semplicissimi e tirati fino allo spasmo, con un volume di chitarre proprio notevole. "Genetic Engineering" è uno dei pezzi più belli che ho mai sentito.
Richard Hell & The Voidoids - Blank Generation [1977]Punk rock o new wave americana? ma chi se ne frega, è un monolito. Hell ha una voce pazzesca: calda, sensuale, isterica e nasale, ma il punto di forza è l'assurda bravura di Robert Quine come chitarrista. Quine e l'altro chitarrista forgiano intrecci di chitarre pungenti, atonali e molto americane nel suono su cui Hell canta i suoi inni generazionali come "Love comes in spurts" o "Blank Generation".
Edited by Deceit - 2/11/2008, 21:11