Io anzitutto sposterei il thread in Old-Core, comunque...
Per quanto mi irguarda il mathcore più tecnico mi annoia, mentre parole come chaoscore e noisecore mi sono sempre piaciute, qualche disco che secondo me fondamentale per quest'area:
ZENI GEVA - Maximum Mooney Monster, 1990Inizia con le urla belluine di KK Null che aprono i 13 minuti di Slam King e subito è chiaro che arrivare alla fine non sarà una passeggiata: il primo full degli ZG inaugura una decade di efferatezze e brutalità. Quello che DAVVERO è spiazzante, però, è la DISCIPLINA con cui si mette mano ad una materia così violenta: giri che si avvitano su sè stessi nascondendo dietro le muraglie del suono Swans una corporeità articolata ed esasperatamente contorta, tyempi dispari vivisezionati dalla distorsione delle due chitarre... ma le poche volte che si accelera oltre il mid-tempo è per sbranare senza che la preda si accorga nemmeno dell'attacco: questi giapponesi sanno esattamente dove colpire per provocare più dolore possibile, e le liriche di Kazuyiuchi non fanno altro che ribadirlo. Il suicidio di un samurai.. però DAVVERO!! i Verdena in questo caso non c'entrano un cazzo.
TODAY IS THE DAY - Temple Of The Morning Star, 1997Molto (ma proprio MOLTO) in comune con gli Zeni Geva.. se non fosse che i Today Is The Day per forza di cose sono sempre stati meno impronati al dialogo tra gli strumenti (su tutto regna la dittatura cazzocratica del riff di chitarra, ma senza relegare basso e batteria in secondo piano), e che a prevalere non è l'esplorazione di una forma lenta e schiacciante quanto un tritare veloce e paranoico.
Ogni brano potrebbe essere l'ultimo, tanta è la furia autodistruttiva che ci mette Steve Austin. "I Can't be what you want me to be, I am dead", sembra una rinuncia invece è una dichiarazione di guerra al sistema.
Tutto l'album, d'altronde, è dedicato alle voci dentro la testa dello schizzato leader, una delle quali in particolare potrebbe essere quella di un certo angelo caduto portatore di luce.. come a dare finalmente dignità politica al superficiale satanismo Slayeriano.
Decisamente più riuscito del successivo, più compatto e lineare, ma anche più prevedibile (e forse per questo molto più amato) "In The Eyes Of God".
RORSCHACH - Protestant, 1992E vabbè, ne abbiamo parlato in lungo e largo, ma sembra non essere mai abbastanza. Ultimo disco prima del definitivo abbandono, Protestant segna il passaggio dei Rorschach dal velocissimo e ferocissimo powerviolence delle altre (enormi) produzioni ad un suono 10000 anni avanti a tutti. Rimane la rabbia, quella accecante di chi è sbigottito dall'
orrore umano, ma le forme diventano sempre più complicate: lento e veloce si avvicendano in pochi secondi, e la band non vuole mai dare pause di respiro.. tutto serve solo a portare più veleno nel sangue. E poi la voce.. quella voce..
Edited by Birsa - 7/1/2009, 20:43