| Parto io, tolgo le cose più blasonate e non metto copertine altrimenti diventa chilometrico, e mi sa che lo sarà comunque:
Igor Stravinsky: Le Sacre du Printemps, L'Oiseau de Feu, Jeu de cartes, Pétrushka & Pulcinella (dirette da Claudio Abbado) Folgorato, non sono un ascoltatore abituale di classica se non quella contemporanea, volendo andare a ritroso ho deciso di partire dall'autore più rivoluzionario del '900, Stravinsky. Ho ascoltato per bene solo i primi due, riservandomi poi maggiore attenzione in futuro a Jeu de Cartes e Pétrushka (Pulcinella appartiene al periodo neoclassico-conservatore del compositore, non mi attira molto). Intuizioni fenomenali, disparità assortire, dialoghi strumentali davvero notevoli, senza eccedere nell'incomunicabilità della dodecafonia o della atonalità. Davvero incredibile come riesca a toccare allo stesso modo mente e cuore.
Dalek - Massive Deadverse vol. 1 Compilation di rarità e remix firmate Dalek, disco uscito per hydrahead nel 2006. Si sbaglia a considerarla un'uscita minore o per completisti (d'altronde sul loro sito è segnalato tra le release principali), ci sono dei pezzi davvero notevoli, sia quelli più vicini ai suoni a cui ci avevano abituati i Dalek, sia quelli più rumoristi-collage (sullo stile degli strumentali che comunque sono presenti nelle ultime tre uscite 'grosse' del duo) e anche nei remix in cui calcano meno la mano (ad esempio la fantastica Rouge). Un ottimo modo per approfondire il dalek-suono e anche per conoscerlo.
Edgard Varése - the Complete Works Fenomenale. Dopo Stravinsky per immergermi nella classica contemporanea del primo '900 passo a questa ottima raccolta dei lavori di Varése, che non fu tipo prolifico (tre ore complessive di musica) ma enigmatico sì. E oltre che enigmatico anche geniale e avanti di praticamente un secolo. La sua musica è davvero musica di scoperta, di esplorazione. È stato il primo a capire quanto potesse essere notevole la manipolazione in musica, manipolazione insomma degli oggetti sonori, dei nastri eccetera, andando oltre la manipolazione-decostruzione formale di Stravisnky e simili, insomma precorrendo l'elettronica. Negli anni '20 il pubblico rise alla prima di Hyperprism, e probabilmente si riderebbe ancora oggi, giusto per farvi capire quanto davvero sono 'immortali' le intuizioni e a modo loro le 'provocazioni' di Varése, ad esempio Density 21,5 che è un assolo per flauto dedicato al materiale - il platino - con cui è costruito, che ha appunto densità 21,5. Lavori come Ameriques, Integrales, Equatorial e il grande, grandissimo Ionisation sono opere di vero e proprio 'soundscape', di eventi sonori quasi privi di forma, incisivi e potenti.
Knut - Alter Disco di remix uscito per hydrahead anche questo, Alter però non è poi sto capolavoro: le prime tre tracce sono ottime, con uno stupendo lavoro dei Dalek e anche la grossa (non so come altro definirla) prova di Broadrick, ma nel seguito il disco affoga un po' nella noia di una serie di remix basati quasi tutti su cut-up di brani di challenger, magari sparati a distorsioni vertiginose. Comunque merita, è un punto di vista abbastanza curioso sui lavori di questa grande band.
Shiino Ringo - Karuki Zamen Kuri no Hana Il primo disco di j-pop che abbia mai ascoltato mi fa partire decisamente bene. Questo disco si fa notare per l'impianto poco pop: il lato strumentale è molto importante ed ha un ruolo notevole nel quadro finale. La voce di Shiino sembra quasi una ciliegina sulla torta che impreziosisce le fantastiche melodie messe in gioco. Si direbbe una specie di bjork giapponese che punta meno agli aspetti 'weird' e più alla sostanza musicale.
Ampere - All Our Tomorrows End Today Mi aspettavo degli Orchid evoluti, o dei Saetia più stronzi, e li ho trovati entrambi in questo EP fulminante che fa la sua parte. Mi fermo qui, c'è gente che ne potrà parlare meglio di me .p
Mi fermo qui, sta diventando decisamente troooppo lunga la cosa..
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