NEUROPRISON

Critica musicale, per critici e meno critici

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mardelleblatte
view post Posted on 2/4/2009, 11:39




Nel corso della mia permanenza nella Neuroprigione ho potuto notare con piacere come molti si occupino di critica musicale su webzine o affini (senza contare cha anche chi non se ne occupa spesso fornisce analisi argute e interessantissime).

pensavo fosse stimolante parlare di come ci approcciamo alla materia, se abbiamo un modus operandi, chi preferisce le recensioni "di panza" e chi invece preferisce sezionare un disco in maniera più fredda;
chi ha già in testa certi valori di cui la musica che recensite deve farsi portatrice o chi invece di volta in volta "si adatta" alla musica cercando di capire cosa voglia dire l'artista e su quali punti ha posto l'accento, se e come ci è riuscito;
chi è "formalista" e cerca la cosa fatta bene, chi invece vuole espressività e innovazione a tutti i costi sennò è roba già sentita o senz'anima...
etc etc

chiaramente mi esprimo per estremismi, immagino che nella mente di chi analizzi un disco sono aperte tutte queste (e altre) finestre categoriali (bisogna vedere come e in che quantità e in che casi semmai)

io in genere cerco di impostare tutto su criteri più o meno impersonali, di descrivere i brani, di fare capire al lettore cosa sta succedendo nelle tracce anche sommariamente, di rendere un'idea di cosa voleva comunicare in primis l'artista (o semmai "porsi nella maniera migliore nei confronti dell'opera"). Voglio che il lettore pensi che il disco sia, quasi per forza di cose, una cagata o un capolavoro senza dover intravedere il mio disgusto o il mio entusiasmo. Chiaramente non riuscirò mai a scrivere una recensione del genere XD

Secondo me è importante capire in primis qual è il senso ultimo del disco, se i suoi punti forti sono riscontrabili in produzioni antecedenti, se si sta tentando di variare uno schema precostituito, di mantenere viva una tradizione o di dire qualcosa di nuovo (senza che nessuno dei 3 obiettivi sia pregiudizialmente da premiare o meno)

faccio un esempio:
per me il debutto dei Linkin Park (Hybrid Theory, 2000) è un buon disco da 6.5/10 scaruffiano (lui è il mio mentore e il mio "metro di giudizio" :D )
è roba commerciale
è paraculosa, zeppa di stereotipi musicali e non
testi da tredicenne e melodramma adolescenziale che non sa suonare sincero ed espressivo come quello di colleghi più anziani
la produzione da gingillo preconfezionato ad hype
è l'antitesi (estetica, tematica, musicale, ideologica) di ciò che dovrebbe essere il metal
è la versione edulcorata di un genere già trendy
il resto della carriera poi parla da sola

eppure:
- il lavoro del dj è immenso, stratificato e personale; loop di pad, scratch, campioni di piano, basi ritmiche prese in prestito anche dal drum'n'bass, effetistica variegata e chincagleria tecnologica varia spesso non sono il compendio ai riff, nè un mero tappeto - sono l'essenza creativa stessa delle canzoni. Il "paesaggio", quello che si muove sullo sfondo, che diventa più importante e significativo dei "protagonisti" (voci e quartetto rock)... un'idea molto hiphop, un'idea davvero inusuale in un contesto comunque heavy, anche quelli crossover.

- la produzione rappresenta d'altra parte un esempio pregnante di rock pesante applicato all'era di Pro-Tools. Il "Metal" che si accorge dell'esistenza di Timbaland e Neptunes in un certo senso (che poi lo faccia per vendere per ingrassarsi le tasche è in secondo piano per me).

- Melodie accattivanti, paracule, pop ma accattivanti, al servizio di strutture fluide e immediate. Stesso discorso di prima.

- L'operazione dell'accostamento rapper e urlatore dona dinamicità ai pezzi. La prevedibilità della forma canzone viene stemperata grazie a un susseguirsi di mood che corrispondono/si alternano a una varietà di stili e combinazioni di essi: rappato + base chitarrone nel verso, urlato + base hiphop nell'intro, crooning + base pop o elettronica nel ritornello, etc etc

- In generale per me è un esempio riusucito e calzante di crossover su scala diversa da quella dei RATM o FNM, non solo su singoli tratti musicali presi da "mondi" diversi (qui molto più interconnessi e coesi di quanto possa sembrare) ma che si estende a contenuti sonori come la produzione e l'estetica generale dei pezzi.

Ora io ho scelto apposta un disco che divide e che credo susciti più d'un orticaria a tantissimi per mostrare come penso la critica musicale.
Posto un contesto di base (in questo caso il NuMetal, la fine anni '90/2000 etc) tento di mettere in relazione il disco in questione con quanto proposto precedentemente in campi simili e cercando di tracciare tutte quelle caratteristiche che lo rendono un cd che "ha diritto ad esistere". Raison d'Etre :hellyeah:
Non credo sia produttivo pensare per esempio "questo è un disco Nu-Metal ergo il Nu-Metal è bravo a fare certe cose, e se sto disco non è in grado è na merda" né "io dalla musica pretendo X e se il disco mi da Y allora non vale".
Un disco che dal punto di vista della tecnica, dell'urgenza espressiva, dell'indifferenza alle mode può essere un fallimento può mostrarsi un disco riuscito su altri aspetti e capace di "dire qualcosa di nuovo" anche per motivi sindacabilissimi.
Non sono la ricerca sperimentale o la commercialità più smargiassa in sé da premiare o dannare in sé (o anche solo gli intenti di), ma vedere cosa realizzano secondo me.
Sono sicuro che i Manowar, che mandano avanti un discorso che artisticamente è l'opposto di quanto io cerco/chiedo alla musica da ascoltatore, si saranno resi capaci di album mirabili (almeno 1, cazzo, in quasi 30 anni, glielo posso concedere :D).... devo solo trovare la chiave di lettura giusta... E LA PAZIENZA!!!! :D :D :P



a voi ragazzi ;)

Edited by mardelleblatte - 2/4/2009, 17:46
 
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view post Posted on 2/4/2009, 12:10
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pensavo fosse stimolante parlare di come ci approcciamo alla materia, se abbiamo un modus operandi, chi preferisce le recensioni "di panza" e chi invece preferisce sezionare un disco in maniera più fredda;
chi ha già in testa certi valori di cui la musica che recensite deve farsi portatrice o chi invece di volta in volta "si adatta" alla musica cercando di capire cosa voglia dire l'artista e su quali punti ha posto l'accento, se e come ci è riuscito;
chi è "formalista" e cerca la cosa fatta bene, chi invece vuole espressività e innovazione a tutti i costi sennò è roba già sentita o senz'anima...
etc etc

Azz hai scoperchiato il vaso di Pandora con questo topic, dico sul serio. Allora farei innanzitutto una premessa: sulla critica musicale ci sarebbe da fare un discorso su come certe recensioni siano pilotate. Ossia se in una rivista musicale vedo una recensione entusiasta di un disco e poi nella pagina stessa c'è la pubblicità mi viene un po' il sospetto che quella recensione non sia sincera.
Generalmente rifuggo dalle recensioni con voto e troppo tecniche. Perchè non sono una tecnica e perchè il mio modo di fruire musica è puramente viscerale. Mi è capitato di ascoltare dei dischi, di sentire che c'era della bellezza e di accantonarlo perchè emotivamente non mi comunicava nulla. Scrivo anche recensioni per il mio blog, ho pure tentato di fare il salto e scrivere per qualche webzine ma non è facile. Non è facile restare entro certi canoni, non è facile scrivere con uno stile più impersonale di quello usato per la propria pagina personale e, soprattutto, non è facile essere sempre sulla novità, non per me che vado in ossessione molto spesso per i dischi.
SPOILER (click to view)
Poi se hai voglia di capire di più cosa intendo clicca sul banner che ho in firma e cerca la tag musica. Ci sono tutte le mie recensioni.
 
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view post Posted on 2/4/2009, 12:18
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Per me l'approccio alla Scaruffi è na cazzata invereconda.
E da qui parto per la tangente.

Io, dopo parecchio tempo ad "accomulare" (fra tutti avrò 7 o 8 cd comprati 2 anni fa ed ascoltati 1 volta...casomai cose prese in offerta o all'usato), ultimamente viaggio su un "ascoltare poco ma farlo bene".
L'artista ci mette anni a partorire la sua opera...dedicargli 40 min scarsi non è giusto.

Piuttosto salto.
Non esiste musica obbligatoria da ascoltare, come non è obbligatorio ascoltare un album appena esce o è disponibile in patetiche gare a chi arriva primo (cioè, che vita di merda eh. Manco si è più liberi di ascoltare adesso? Bisogna farsi piacere a forza tutti i cosidetti capolavori ed essere sempre sul pezzo?)
Per esempio, l'ultimo dei Kylesa non l'ho ancora ascoltato, e prob non lo farò adesso perchè non c'ho voglia e sto ascoltando altro.
Fra 6 mesi semai me lo ascolterò e lo riterrò un gran bell'album. Forse accadrà, forse me ne sbatterò altamente le balle anche allora.
Fatto sta che piuttosto che ascoltare 1 volta e su quella basare il mio giudizio se tenerlo o meno nell'hard disk (mamma mia, che merda di modus oprandi. E per parecchio tempo ho fatto così, pena e schifo per me)...preferisco rimanere nella cerchia dei miei ascolti (e sticazzi...arrivo a 460 cd eh) e conoscerli bene.

Se esce un cd nuovo di uno dei miei gruppi me lo ascolto...come se qualche nuova uscita fa particolare clamore me la procuro (tipo Bat for Lashes ultimamente).
Altrimenti me ne frego.
Meglio non ascoltare che ascoltare a cazzo e farsi intere discografie in 2 giorni.

I Manowar avranno fatto un album buono in 30 anni? Devo avere la pazienza di trovarlo? Machissenefrega dei Manowar, dico io.
Ribadisco, non esiste musica obbligatoria.
Che poi uno ai (presunti o meno) capolavori ci arriva probabilmente comunque seguendo il suo percorso musicale.
Tempo al tempo.

W la calma e fanculo la critica.
Mi fido di più di appassionati come me...persone che conosco di persona o anche no...ma che comunque conosco per altro oltre al giudizio su di un disco.

(sono andato OT? Vabè oh scusate.)
 
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er T. alias Uao!
view post Posted on 2/4/2009, 12:36




Complimenti, bellissimo topic...

Premetto: sono uno scribacchino da 4 soldi :D come avrete potuto appurare sul Bar Del Male, comunque in linea di massima ci sono alcune cose che mi piacciono nelle critiche (recensioni) musicali ed altre decisamente meno.

In particolare:
-odio le recensioni lunghe. Non riesco proprio a digerirle.
-odio chi si abbandona totalmente ai sentimenti tralasciando in toto l'aspetto musicale dell'album che si sta recensendo.
-lunga vita a chi possiede il dono della sintesi.
-la musica è una cosa troppo soggettiva per poter esser giudicata con un mero voto

Per quanto mi riguarda, le recensioni scappano fuori così senza farmi troppe "pippe mentali" :D
Quando ho l'ispirazione (spesso coincide dopo 4/5 ascolti del disco da recensire) attacco a scrivere senza pensarci su due volte...




CITAZIONE (Dolph Lundgren @ 2/4/2009, 13:18)
Se esce un cd nuovo di uno dei miei gruppi me lo ascolto...come se qualche nuova uscita fa particolare clamore me la procuro (tipo Bat for Lashes ultimamente).
Altrimenti me ne frego.
Meglio non ascoltare che ascoltare a cazzo e farsi intere discografie in 2 giorni.

:002:

 
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view post Posted on 2/4/2009, 12:57
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CITAZIONE (Dolph Lundgren @ 2/4/2009, 13:18)
Se esce un cd nuovo di uno dei miei gruppi me lo ascolto...come se qualche nuova uscita fa particolare clamore me la procuro (tipo Bat for Lashes ultimamente).
Altrimenti me ne frego.
Meglio non ascoltare che ascoltare a cazzo e farsi intere discografie in 2 giorni.

Amen. E' quello che penso anche io.

CITAZIONE (er T. alias Uao! @ 2/4/2009, 13:36)
Per quanto mi riguarda, le recensioni scappano fuori così senza farmi troppe "pippe mentali" :D
Quando ho l'ispirazione (spesso coincide dopo 4/5 ascolti del disco da recensire) attacco a scrivere senza pensarci su due volte...

Ti invidio. Dico sul serio. Ci sono dei dischi che ho amato alla follia e che non sono ancora riuscita a recensire e temo che non riuscirò mai. Tipo l'ultimo degli Isis o Ghosts I-IV o ancora l'ultimo degli If these trees could talk. Come si recensiscono dischi così? Io non ci riesco...
 
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cronokiller
view post Posted on 2/4/2009, 13:10




sono quasi completamente d'accordo con dolph. scaruffi è il male :D
tempo fa scrivevo (male) per una webzine poi per problemi di tempo/voglia ho smesso.
la critica musicale spesso mi fa schifo, perchè spesso chi scrive nn è un "giornalista" (e quindi scrive in modo approssimativo). oppure nn ha grandi conoscenze musicali (un minimo di dischi e generi lo devi avere ascoltato x avere un po' di "cultura" musicale), oppure spesso scrivono in modo troppo "fighetto" (da intellettualoidi come se sapessero tutto solo loro)...
infatti ultimamente nn leggo più molto webzine e riviste, cerco di "affezzionarmi" a qualche scribacchino che ha più o meno i miei gusti o sensibilità musicale, leggo qualche board o blog e cerco di capire chi scrive cazzate e chi potrebbe essere fonte di nuove scoperte
ad ogni modo nn c'è un modo perfetto per scrivere una recensione, dipende molto dal genere (parlare di pop o di crust nn è uguale), dal gruppo (nuovo o esperto) e da molti altri fattori

nn so bene cosa ho scritto, spero di essere stato un po' chiaro :D
 
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bobafett
view post Posted on 2/4/2009, 14:26




è dalle riflessioni sorte nel thread di Wavering Radiant (soprattutto quelle, per me interessantissime, tra"forma", "sostanza" e punti di vista sulla questione a seconda della propria formazione) che avevo in testa di aprire un topic sull'argomento.
mi fa piacere di esser stato preceduto nei tempi.

faccio un po' di ordine mentale e poi posto i miei classici due cent a riguardo.
 
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marcemo
view post Posted on 2/4/2009, 15:39




Mi occupo da sempre di critica musicale ed ho ormai sviluppato un approccio personale che coniuga sia il lato formale che quello sostanziale.Raramente mi appassiono ad un disco che non mi da emozioni forti.Le emozioni sono il mio metro di giudizio piu' che dello sterile citazionismo di molta critica accademica ed "oggettivistica".

Naturalmente (e credo questo sia frutto del mio background hc) la "prima impressione" è fondamentale nell'ascolto di un disco.Gia' da questa riesco a capire (seppur spesso sommariamente) se un disco mi interessa o no.Naturalmente non sempre è cosi' e spesso anche i dischi piu' "easy listening" ci mettono un po' a salire emotivamente mentre un disco apparentemente difficilotto (come Carboniferous degli Zu) mi puo' rapire da subito.

Inoltre,perchè un disco o un gruppo mi piaccia davvero,deve essere calato sempre nel mio "vissuto personale",altrimenti non riesco ad entrarci e a "farlo mio".

Altro aspetto impornante (ma non decisivo) è l' "originalita'" del prodotto.Ma non sono rari i casi in cui gli allievi hanno superato i maestri.La cultura personale e il buon gusto del critico/ascoltatore dovrebbero allora intervenire per chiarire ulteriormente questo aspetto.

Infine è impornante il fattore "contemporaneita'".Quanto piu' un gruppo o un artista rappresenta in musica il tempo che egli vive,tanto piu' mi appassiona (esempio l'ultimo Animal Collective).Ma anche qui è un concetto relativo,dato che puo' accadere che anche l'essere antistorici puo' risultare contemporaneo (esempio l'ultimo dei Fucked Up).

Odio i dischi solo "formali" (come Wavering Radiant ad esempio) perchè se il "formalismo" non ha come altro riferimento che se stesso (senza un qualsivolgia appiglio emotivo) cade nel mio personale dimenticatoio.

Spesso i critici musicali,pero',trascurano l'aspetto puramente "emotivo" e invece si concentrano sul lato prettamente "accademico" (tipo Scaruffi,completissimo ma a tratti cervellotico,liquidatorio ed ingiusto nei giudizi).

Tornero' comunque di nuovo sull'argomento.

 
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mardelleblatte
view post Posted on 2/4/2009, 16:19




CITAZIONE (Dolph Lundgren @ 2/4/2009, 13:18)
I Manowar avranno fatto un album buono in 30 anni? Devo avere la pazienza di trovarlo? Machissenefrega dei Manowar, dico io.
Ribadisco, non esiste musica obbligatoria.
Che poi uno ai (presunti o meno) capolavori ci arriva probabilmente comunque seguendo il suo percorso musicale.
Tempo al tempo.

eheheh
il mio lato di semplice fan ti stringe la mano duecento volte...
ma al contempo ho un altro lato (un misto di curiosità, accademismo, completismo e amore per i dibattiti anche polemici) che mi dice "cavolo ti mancano ancora certi classici come i Priest e i Manowar o i Deicide!!!"

sono d'accordo che non esiste "musica obbligatoria" e che "poi uno ai (presunti o meno) capolavori ci arriva probabilmente comunque seguendo il suo percorso musicale" (io coi libri sono rimasto così in effetti).
Però ecco a me piace discutere e far valere le mie ragioni e le mie idee anche a platee lontane da me, a me piace troppo discutere di musica! --- e se per esempio mi trovo a parlare con un true defender/metaller odinista sapere anche "la sua lingua" e conoscere pure il suo mondo mi renderà più semplice fargli capire le mie ragioni, se non fargli apprezzare un po' di più "la mia lingua" e il mio di mondo. E anche metterlo alle corde se necessario (il 30 in retorica della scorsa sessione di esami mi ha fatto male).
E poi è sempre una cosa in più che si conosce.

ps
lo dico tanto per farvi accapponare la pelle e per riderci su quindi non leggetelo nella maniera più assoluta come un monito di alcun genere ;) :
avete presente cosa sono i tool per ramaya?
Bene.
elevate al cubo e avrete un'approssimazione di quello che è scaruffi per me :002:
lo so, so essere terrificante a volte.
 
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view post Posted on 2/4/2009, 16:25
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An eternal outsider...

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CITAZIONE (mardelleblatte @ 2/4/2009, 17:19)
elevate al cubo e avrete un'approssimazione di quello che è scaruffi per me :002:
lo so, so essere terrificante a volte.

Pensa invece che per me Scaruffi è l'esempio lampante di come non deve essere un recensore. Il mondo è bello perchè è vario...
 
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PostNero
view post Posted on 2/4/2009, 16:30




Personalmente ho due approcci verso le recensioni che scrivo per Noize o altri... se il disco in questione mi è stato assegnato (mi si spedisce il disco a casa richiedendo una recensione) allora l'apporccio tendenzialmente è il più oggettivo possibile... cioè cerco di ascoltarlo e di carpire il messaggio del gruppo, valuto l'attualità della musica proposta... (se sei un gruppo emergente devi a mio avviso avere un qualcosa di nuovo da dire nell'ambito del genere che ti piace suonare...) e dopo di che scrivo quasi sempre di getto quello che il disco mi passa a livello emotivo.

Approccio diverso invece con i dischi che in qualche modo decido io di recensire come l'ultimo Mastodon... in tal caso solitamente è il disco che sceglie di farsi recensire, non sono io che m'impongo su di lui... dopo una serie di ascolti mi viene voglia di parlare di descrivere di far capire il più possibile il disco in questione ad un ipotetico qualcuno...

Le mie recensioni solitamente tendono a far "ascoltare" il disco piuttosto che a descriverlo... e questa cosa almeno a me piace parecchio... mi piace poter dare un idea di cosa avviene all'interno del disco dal punto di vista emozionale... poi la tecnica e il giudizio lascio che siano gli eventuali ascoltatori a darlo... io cerco semplicemente d'incuriosire e di far venire la voglia di ascoltare...
 
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Deceit
view post Posted on 2/4/2009, 18:25




Io scrivo di musica per passione. Lo faccio da poco e non sono granché, ma rispetto a due anni fa sono migliorato parecchio.

In genere apprezzo recensioni con queste caratteristiche:

- Sintesi. No prolissità, se una recensione dev'essere lunga lo dev'essere solo in caso di estremo approfondimento.

- Descrizione del disco over importanza storica: devo sapere se il disco mi può piacere, l'approccio storicistico lo trovo inutile e anzi, spesso corrisponde a una visione limitata della musica (es: Scaruffi, che esalta non i dischi importanti storicamente ma quelli importanti per la musica che gli piace)

- Tecnicismo, non troppo, quanto basta (a volte però mi piace capire come è impostato e realizzato un pezzo

- non troppi aneddoti

- VIETATI: paroloni a cazzo di cane (Ghezzi style, o polygen style), riferimenti colti a film, libri e avanguardie artistiche, troppe immagini visive, sentimentalismi, figure retoriche ecc. ecco tutto questo è la non-recensione per me
 
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bobafett
view post Posted on 2/4/2009, 18:31




CITAZIONE (darkerstar @ 2/4/2009, 17:25)
Pensa invece che per me Scaruffi è l'esempio lampante di come non deve essere un recensore.

sono fondamentalmente d'accordo.
Scaruffi alla fine è il tipico esempio di tuttologo.
uno che è lì che ti schiaffa una cultura musicale sterminata, poi però vedi come certe cose vengono trattate superficialmente (esaltate tanto quanto demolite) e allora... no, io ho sempre preferito gli specializzati. quelli che parlano con la competenza di ascolti prolungati e ripetuti nel ramo. quelli che hanno dalla loro l'esperienza o, perchè no, la passione per il culto.

in passato sono stato un divoratore accanito di riviste musicali: prima H/M (del quale Dario Parisini, una volta che lo intervistai per una fanzine, mi disse che era "come Le Ore: un giornale nel quale contano solo le figure"), Metal Shock e poi Rockerilla, Rumore, infine Blast, Dynamo.
ho ancora tutti i numeri conservati.
ora sono quasi dieci anni che non compro più un disco a scatola chiusa, basandomi su una recensione.
internet è anche questo.
 
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Edvard
view post Posted on 2/4/2009, 18:41




In effetti nell'era internet a che (e a chi) servono in concreto le recensioni?

 
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PostNero
view post Posted on 2/4/2009, 19:03




CITAZIONE (Edvard @ 2/4/2009, 19:41)
In effetti nell'era internet a che (e a chi) servono in concreto le recensioni?

domanda giustissima che mi pongo ogni volta che scrivo una recensione... eppure...
 
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39 replies since 2/4/2009, 11:39   839 views
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