Nato nel 1963, Tarantino è regista e sceneggiatore, ma è anche qualcosa in più: è il simbolo di un nerd che ce l'ha fatta, è un esempio di american dream versione pulp e nazional-popolare.
Appassionato di cinema ai confini dell'ossessione, ha una conoscenza spaventosa di b-movies (americani e non) dei generi più disparati, ama i fumetti, l'horror italico anni 60 e 70, Jerry Lewis, le pellicole giapponesi di kung fu e i romanzi noir-pulp.
E' anche uno degli sceneggiatori americani più dotati e originali (suoi sono alcuni dei dialoghi più esileranti del cinema americano degli ultimi anni), oltre che un discreto attore e, ovviamente, un geniale regista.
Il suo merito è quello di avere creato una cifra personale, uno stile in cui convivono materiali alti (il noir americano e francese) e bassi (il trash, lo splatter, il fumettistico) senza soluzione di continuità. Il suo è un cinema d'autore che non disdegna di sporcarsi le mani con generi non-autoriali, e il risultato è che alla fine ha creato un genere tutto suo, ovvero il film "alla Tarantino" (genere che ormai conta centinaia di imitatori ed emuli, anche se nessuno all'altezza dell'originale)
Il film che lo fa conoscere è un noir, lo splendido
che racconta di un colpo in cui non tutto va come previsto... Chiaramente ispirato al Kubrick di "Rapina a mano armata", è un congegno ad orologeria in cui tutto funziona alla perfezione: dalla direzione degli attori (tutti bravissimi) al ritmo. Ispirazione kubrickiana a parte, è un film anche fortemente personale, che da il via al genere-Tarantino: il dialogo iniziale tra i componenti della gang è assolutamente da culto, così come la scena più sanguinaria del film (che non descrivo per non togliere il piacere della visione a quei pochi sfortunati che non l'hanno visto).
La notorietà gli arriva con
In cui un cast all-star è coinvolto in vicende che più pulp non si può. Tarantino riesce a padroneggiare tantissimi piani narrativi e intesse un puzzle temporale in cui le varie vicende si intrecciano con una precisione cronometrica.
Poco da dire, un altro capolavoro a mio parere.
A sorpresa, torna ad un noir quasi classico con
Jackie Brown, una malinconica storia di perdenti che spiazza i fan ma che è a tratti molto bella.
Da questo momento in poi, ogni film di Tarantino è un evento per critica e pubblico, e qualsiasi cosa si voglia pensare di
Kill Bill e del progetto
Grindhouse, la bravura del personaggio è quella di averli fatti diventare - in un modo o in un altro - dei veri e propri "casi" mediatici.
In questi giorni è nelle sale con
Inglorious bastards, di cui abbiamo parlato nel topic "Action-Thriller-Horror", un film forse controverso ma in cui il "tocco" di Tarantino è rimasto immutato.
Ci sono tantissime altre cose da dire del buon Quentin, tipo la sua amicizia con altri registi, le sue sceneggiature, le opere "minori", e questo topic servirà anche a questoscopo