| vi devo ringraziare poichè caso vuole che da qualche mese anche io mi propongo di ripercorrere un po' di moretti, aggiungendo ovviamente ciò che non ho visto...
certo che appunto palombella rossa potrei capire che chi non ha vissuto gli anni occhettiani, o ancor prima di natta, coglierà diversamente (non oso dire che "non coglierà", mi è sempre sembrato bruttissimo...) un film con quel messaggio che pur non avendo visto il film mi arrischio a poter definire come di rassegnazione al fatto che "sta vincendo chi è senza memoria"...
Furono anni duri, psicologicamente, per la sinistra, il cambio di sigla, la crisi post-Berlinguer, il crollo del muro e del realsocialismo dell'est, da cui, paradossalmente, il PCI si era discostato ben prima, eppur la C dentro il nome fu ritenuta pericolosa e scomoda dallo stesso partito. Complesso d'inferiorità?
Moretti esprime OTTIMAMENTE ciò che la sinistra italiana è: razionalmente, asetticamente, analiticamente e teoricamente nel giusto, ma impotente davanti al problema alla fine fondamentale: che alla gente, declinata alla dimensione collettiva, quando ha da decidere, non gliene frega un cazzo nè del giusto, nè dell'equo, nè del coerente, nè della (com)partecipazione, nè della (cor)responsabilità, delle opportunità, dell'altruismo, del mutualismo.
Si rimane nell'angolo, scettici, lucidi, sarcastici, e amareggiati. Come Moretti. Consapevolissimi, peraltro, del baratro alla fine della corsa.
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