CITAZIONE (Pestkrieg @ 6/8/2011, 17:43)
Ieri sera mi rigurdavo un altro gioiello puro di quegli anni: la Corta Notte delle Bambole di Vetro. bellissimo.
Devo recuperarlo assolutamente.
Segnalo due "chicche":
Hanno cambiato faccia (di Corrado Farina, 1971)
Un giovane dipendente di un'azienda automobilistica viene spedito nella villa del mega-super-direttore-presidente-generale per motivi a lui oscuri. Giunto a destinazione, lo spaurito dipendente farà la conoscenza del boss, l'ingengere Nosferatu, delle sue strane abitudini (come quella di essere in giro esclusivamente di notte) e dei suoi esangui dipendenti.
Pellicola politica e metaforica legata al clima sessantottino dell'epoca, ha i classici pregi e difetti dell'opera prima "d'autore": sprazzi di genio e tonnellate di supponenza, velleità arty e estrema lentezza, ambizioni spropositate ed eccessivo schematismo. E' uno strano documento di inizio anni 70, soprattutto perchè a temi già in voga (la critica del capitalismo, la denuncia dello strapotere della pubblicità e della dipendenza delle varie forme di potere da quello economico) affianca inquietanti "premonizioni" (la riunione di fine film non può non fare pensare alla P2) e trovate azzeccatissime (gli spot dagli altoparlanti, le cinquecento a guardia della villa, la pubblicità "sadica").
Interessantissimo, da riscoprire sicuramente.
Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave(di Sergio Martino, 1972)
Uno scrittore alcolizzato e in crisi di ispirazione tiranneggia moglie, governante e persino gli ospiti hippies che occasionalmente vengono a fare baldoria nella sua villa. Ma una serie di omicidi da una parte e l'arrivo della giovane e spregiudicata nipote dall'altra spariglieranno le sue certezze.
Film delirante e morboso, che inizia con una scena di festa che amalgama
La cena delle beffe con
Hair e va avanti a colpi di crudeltà assortite, sensualità (splendida la Fenech come sempre), scene di tensione, badilate di sangue e persino tocchi folkloristici. La presenza di un gatto nero ed il finale hanno autorizzato Martino a definire
Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave "tratto da Edgar Allan Poe", anche se grande pegno paga pure al bellissimo film francese
I Diabolici. Ed al contempo anticipa un paio di idee che ritorneranno niente popòdimeno che in
Shining.
In conclusione, un film discontinuo ma di grande potenza e persino elegante, probabilmente il migliore horror girato da Sergio Martino.